Ucraina, flash mob a Milano per ricordare le stragi | In terra scarpe di bambini

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Centinaia di corpi sdraiati in piazza Duomo a Milano, con le mani legate dietre la schiena per simulare le stragi di civili che si stanno verificando in Ucraina. È questo il senso del flash mob che la comunità ucraina di Milano ha voluto lanciare sabato pomeriggio.

Ucraina: le strazianti testimonianze da piazza Duomo

Noi siamo un gruppo di persone dell’Ucraina, e stiamo manifestando ogni giorno in Piazza Duomo dalle 6 alle 9 di sera. Nel weekend facciamo una manifestazione più grande, perché c’è tanta gente e vogliamo che sappia cosa sta succedendo. Siamo qui per raccontare la verità, e per cercare di fermare questo massacro. Non solo soldati, ma anche donne e bambini innocenti in fuga dagli attacchi russi. Faremo tutto il possibile per fermare questa guerra“, ha spiegato uno dei manifestanti.

La mia famiglia adesso è in Ucraina. Non vogliono lasciare Odessa, mio padre sta combattendo e mia madre è con il mio fratellino“, ha raccontato una ragazza. Un’altra, ancora più giovane, ha spiegato: “Ho parenti a Leopoli. Sono al sicuro, perché è la zona meno attaccata. Ma ho una zia a Kiev spaventatissima, nei rifugi. Ci racconta cose terribili, hanno visto crudeltà e violenza nei villaggi. Anche contro le donne“. Durante il flash mob le persone a terra hanno urlato i luoghi di Bucha, Irpin e Kramatorsk, solo alcuni dei paesi dove si sono viste delle stragi di civili.

Pupazzi, candele e scarpe di bambini per chiedere la pace

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A terra i pupazzi e le piccole scarpe di bambini e bambine formano un grande tappeto. Un gesto simbolico in piazza Duomo, organizzato dal gruppo Dream, per dimostrare la vicinanza e solidarietà della comunità ucraina ai connazionali rimasti nel loro Paese. Dedicati a chi lotta e soffre in patria, anche tante candele. Esposti infine cartelloni con tante fotografie scattate prima della guerra.

In piazza a Milano, come nel resto d’Italia, il popolo d’Ucraina dimostra ormai da giorni la propria resilienza e la propria forza. E, tra canti e preghiere, promette che continuerà a farlo finché la guerra non sarà finita.

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