Torino, lavoratori dello spettacolo: “Vogliamo bonus simile al Veneto”

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I lavoratori dello spettacolo tornano a protestare a Torino, in occasione dell’incontro con l’assessore alla Cultura della Regione Piemonte, Vittoria Poggio. “Dopo l’incontro con l’assessore ci hanno promesso 3 milioni di euro per sostenere i lavoratori dello spettacolo, abbiamo visto la bozza e va a investire una platea di soggetti che non è adeguata. Nel bonus Solidarietà Cultura si parla di due contributi, uno di mille euro a tutti i soggetti e uno di quattromila a soggetti non definiti, oggi vogliamo decidere i requisiti per non escludere chi lo è già stato, chi non lavora a Torino, le associazioni che non fanno spettacolo dal vivo ma formazione, vogliamo fare in modo che questi 4mila euro siano il più includenti possibili. Attualmente sono esclusi tutti i lavoratori subordinati, parasubordinati e intermittenti che sono la stragrande maggioranza dei lavoratori dello spettacolo. Vogliamo uno strumento ad hoc per chi è escluso dal bonus”.

La nuova protesta dei lavoratori dello spettacolo a Torino

I lavoratori dello spettacolo di Torino riscendono in piazza dopo l’ultima manifestazione di fine giugno. Più di cinquanta, vestiti di nero, in lutto per celebrare la morte dell’attività artistica con un flash mob organizzato in piazza Carignano a Torino. Un presidio organizzato, in quel caso, dai lavoratori cine-audiovisivi piemontesi, a cui avevano preso parte l’attore e trasformista Arturo Brachetti e Luciana Littizzetto: “Io sono stata fortunata perché ho continuato a lavorare in questo periodo ma per la maggior parte dei lavoratori dello spettacolo non è stato così”, spiegava la comica torinese. “Niente lavoro significa anche non percepire i contributi, la situazione è critica. Il 2020 rimarrà per noi un anno durissimo e ancora non sappiamo che ne sarà del nostro futuro”. È stata poi proprio la comica a leggere le richieste dei lavoratori, in sostegno della manifestazione nazionale a Roma per ribadire come “la mia voce è di tutti quanti” perché “con il Covid è emerso ancora di più come i lavoratori dello spettacolo siano poco considerati dallo Stato italiano. Siamo qui perché vogliamo essere riconosciuti seriamente come lavoratori”.

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