“Stanza degli abbracci”: l’idea della Rsa per toccare i cari in pandemia

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È un successo straordinario quello ottenuto dalla “stanza degli abbracci”, un particolare luogo ricavato da un salone inutilizzato nella Rsa ‘Domenico Sartor’ di Castelfranco Veneto. La stanza è strutturata con pannelli in vetro e plastica dove poter toccare e sentire vicini i propri cari.

Nella casa di riposo per anziani è un viavai di parenti e giornalisti che vogliono vedere la “stanza degli abbracci” per credere. “Sinceramente non ci aspettavamo un successo di questa portata“, confida il presidente della struttura Maurizio Trento. “Veniamo come tutti da un periodo terribile legato alla pandemia da Coronavirus. Questo periodo ci ha costretto ad isolarci per sicurezza già da fine febbraio. E questo ha portato purtroppo a un isolamento degli ospiti, e anche di familiari che non potevano più contattarsi“.

L’idea della Rsa di Castelfranco Veneto

Il dirigente spiega tutte le difficoltà che i parenti hanno incontrato nello stare vicini ai propri cari. Fino all’intuizione della “stanza degli abbracci”. “Abbiamo organizzato le videochiamate, le telefonate, visite attraverso i vetri delle finestre. Ma tutte queste soluzioni non potevano reggere la necessità del vedersi e toccarsi – sottolinea Trento –. Così abbiamo progettato questa struttura, dato che disponevamo di un salone per le feste ovviamente non utilizzabile in questi mesi. Ora questa struttura permette di vedere gli ospiti, che possono incontrare i familiari, ma simula anche un incontro tattile. Sebbene attraverso dei guanti di gomma. In più c’è un salone dell’abbraccio, dove attraverso un pannello di plastica ci si può effettivamente abbracciare e trasmettersi quel poco di calore e di pressioni che in questo periodo sono concesse“.

E la stanza degli abbracci è toccante anche per chi, ogni giorno e da tanti anni, lavora a stretto contatto con gli ospiti della struttura e i loro parenti. “Ogni volta che si vede l’abbraccio fra un familiare e un ospite nella stanza degli abbracci, è commovente. Perché ogni caso è una storia singola e a sé stante. La scarica di adrenalina e di emozioni è veramente notevole per tutti“, evidenzia ancora Trento.

“Stanza degli abbracci”: tutta l’emozione dei parenti

L’emozione è grande anche per ospiti e parenti, che nella stanza degli abbracci rimangono mano nella mano dal primo all’ultimo minuto: “Non ci sono parole per descrivere quanto sia stato bello ed emozionante sentire il calore della mano di mia nonna e sapere che si trova lì a mezzo metro. Nonostante ci sia una barriera, l’amore che c’è tra di noi va oltre ed è come se fossimo davvero abbracciati“, racconta con la voce strozzata dalla commozione il nipote di un’anziana ospite.

Dopo tanti mesi poter tornare a vedere e abbracciare mia suocera è stata una cosa unica. Veramente bravi, la struttura Sartor di Castelfranco Veneto ha pensato qualcosa di grandioso. Sia per noi che per i nostri cari“, sottolinea una parente che nasconde dietro gli occhiali scuri la profondissima emozione dopo essere uscita da quella stanza degli abbracci che ha restituito a molti il calore umano che la durezza della pandemia aveva in qualche modo fatto sfumare.

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