Silvia Romano, polizia scientifica nell’appartamento al piano di sotto

Alcuni cocci di vetro sarebbero stati scagliati contro le finestre del palazzo di via Casoretto, a Milano, in cui abita Silvia Romano, la cooperante internazionale liberata in Somalia dopo il rapimento in Kenya e 18 mesi di prigionia. Alcuni agenti della polizia scientifica sono entrati all’interno dell’edificio per effettuare dei rilievi. Secondo le prime indiscrezioni, a essere colpita sarebbe stata la finestra che si trova al piano sottostante rispetto a quello dal quale, lunedì pomeriggio, la 24enne si è brevemente affacciata per salutare.

Non è ancora chiaro se e quando la bottiglia sia stata lanciata contro la finestra dello stabile, ma i vicini di casa hanno raccontato come, secondo loro, si tratti di qualcosa scagliato dall’esterno. Un episodio certamente inquietante, che arriva dopo le minacce di morte giunte via social a Silvia Romano in questi giorni e sulle quali è stata aperta un’inchiesta dal pm di Milano, Alberto Nobili, per minacce aggravate.

Madre di Silvia Romano: “Parole di Pagano? Non le ho sentite, non seguo la politica”

Nel frattempo, la madre di Silvia Romano, Francesca Fumagalli, ha replicato alle parole del deputato della Lega, Alessandro Pagano, che aveva definito la cooperante milanese “la neo-terrorista”. “Non ho sentito nulla e non mi interessa. Non amo la politica, non la seguo“, ha tagliato corto la madre di Silvia.

La frase di Pagano aveva immediatamente provocato una vera e propria bagarre alla Camera. L’onorevole era stato subito ripreso dalla vicepresidente, Mara Carfagna, mentre numerosi presenti avevano protestato vivacemente contro l’affermazione. Il primo era stato l’esponente del Pd, Emanuele Fiano, che aveva preso le difese di Silvia Romano, accusando il collega di “diffamare e calunniare una persona in termini di codice penale, una persona che è stata 18 mesi prigioniera dei terroristi“.

Successivamente, la stessa vicepresidente Carfagna aveva definito “inaccettabili” le parole del deputato leghista sulla giovane cooperante. “Evidentemente l’onorevole Pagano se ne assume la responsabilità“, aveva sentenziato.

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