Mafia, smantellato un maxi giro di droga a Palermo: 70 fermi

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Nel 2017 sono iniziate le indagini su cinque organizzazioni mafiose impegnate in un maxi giro di droga. Oggi i risultati ottenuti hanno permesso di smantellare il meccanismo di spaccio, intimidazioni e spedizioni punitive. La doppia inchiesta è stata condotta dai carabinieri (operazione Gordio) e dalla Dia (operazione Pars iniqua) e ha coinvolto anche un agente talpa. Il gip ha firmato un’ordinanza disponendo il carcere per 63 persone e i domiciliari per altre 18. Obbligo di dimora e presentazione alla polizia giudiziaria per altri quattro indagati. “Lo spaccio è una delle costanti fonti di finanziamento dell’attività mafiosa“, spiega il generale Arturo Guarino, comandante provinciale dei carabinieri di Palermo.

Droga, Guarino: “Puntiamo a togliere fonti di finanziamento alla mafia”

Nella notte, i carabinieri di Palermo, su delega della Direzione Distrettuale Antimafia, hanno eseguito 70 misure cautelari nei confronti di cinque diverse organizzazioni dedite alla produzione e al traffico di sostanze stupefacenti“, aggiunge Guarino. “Il contesto è sempre quello mafioso nella la gestione diretta dell’attività di traffico o nella mediazione e nel confronto tra le diverse organizzazioni. L’Arma dei Carabinieri punta alla disarticolazione delle organizzazioni dedite allo spaccio, perché è una delle costanti fonti di finanziamento di Cosa Nostra. Togliere le fonti di finanziamento significa rendere la mafia più povera, quindi incapace di agire“, conclude il comandante provinciale dei carabinieri di Palermo.

Anche un’ex collaboratrice di giustizia fra i destinatari dei provvedimenti

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Come spiegato alla stampa dal Maggiore Marco Pisano del Nucleo Investigativo e dal tenente Colonnello Sebastiano Arena, le indagini sono partite nel 2017. Il lavoro dei militari ha consentito di “fotografare gli assetti nel mandamento dei mafiosi di Partinico, sostanzialmente evidenziando un’anomalia rispetto a quanto emerso negli anni precedenti, perché mancava una figura di gestione ‘verticistica’ tipica delle organizzazioni mafiose”.

“Grazie alle indagini – ha aggiunto il Maggiore Pisano – abbiamo individuato cinque realtà criminali, ai cui vertici c’erano figure già condannate per associazione mafiosa o comunque coinvolte in attività contigue al sodalizio. La presenza mafiosa sul territorio era contraddistinta da attività di danneggiamento e intimidazione, anche fra i gruppi stessi, con l’unico obiettivo di difendere il traffico di stupefacenti”.

Fra gli elementi depositari dei provvedimenti di questa mattina anche Michele e Giuseppa Vitali, detta Giusi. Il primo, come specificato dal tenente Colonnello Arena, era “tra i promotori di una delle cinque realtà criminali disarticolate”. La seconda era invece un’ex collaboratrice di giustizia, il cui ruolo nelle organizzazioni smantellate era, secondo l’Arma, contiguo alle attività mafiose.

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