Legge marziale, che cos’è e come funziona

La legge marziale è un insieme di norme che un Paese può adottare in un momento di crisi, come lo scoppio di una guerra o in seguito a una calamità naturale. Può essere vista come un “ordinamento giuridico alternativo”, che va a sostituire quello in vigore in tempo di pace. Le sue caratteristiche variano da un Paese all’altro, ma ci sono alcuni punti in comune, tra cui la limitazione della libertà dei cittadini. Vengono sospesi, per un certo periodo di tempo, alcuni diritti fondamentali, tra cui quello alla libera circolazione o alla riservatezza. Possono essere anche introdotti un coprifuoco e il divieto di riunioni politiche. Inoltre, in alcuni Paesi si può arrivare anche a un inasprimento delle pene previste per i reati. Talvolta può coincidere persino con l’introduzione della pena di morte.

In seguito all’entrata in vigore della legge marziale, i tribunali militari prendono il controllo della normale amministrazione della giustizia.

Come funziona la legge marziale in Italia?

In teoria la legge marziale potrebbe essere applicata anche in Italia, ma da quando è entrata in vigore la Costituzione il Paese non si è mai trovato coinvolto in un conflitto bellico. Dopotutto, la Penisola ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali. Ciononostante, la Costituzione stabilisce che nel caso in cui dovesse scoppiare un conflitto sarebbero i tribunali militari a gestire la normale amministrazione della giustizia. In tempo di pace, invece, la giurisdizione di questi tribunali è limitata ai reati militari commessi da appartenenti alle Forze armate.

Anche se non esiste una legge marziale da applicare in caso di ingresso dell’Italia in guerra, in una situazione simile il governo potrebbe adottare dei provvedimenti straordinari con i quali crearne una. Prima però le Camere dovrebbero deliberare lo stato di guerra e conferire all’esecutivo i poteri necessari. La Costituzione prevede alcune deroghe ai principi normalmente garantiti in tempo di Pace. Per esempio, il ricorso in cassazione contro le sentenze e i provvedimenti sulla libertà personale è sempre previsto, tranne quando si tratta di decisioni prese dai tribunali militari in tempo di guerra. Sembra improbabile l’introduzione di ulteriori restrizioni, in quanto potrebbero entrare in conflitto con i principi fondamentali elencati dalla Costituzione.

Lo stato di emergenza implicherebbe l’introduzione della pena di morte? No, perché è stata espressamente vietata in ogni circostanza tramite una modifica costituzionale. In precedenza poteva era possibile farvi ricorso nei casi previsti dalle leggi militari di guerra.

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