Guerra Russia-Ucraina, chiesta una conferenza di pace a luglio

Dopo i recenti attacchi in territorio russo riportati dal “The Kiev Indipendent”, tra Russia e Ucraina si parla di ‘pace’. Dopo che alcuni droni avrebbero attaccato il centro città di Krasnodar, nella notte tra giovedì 25 e venerdì 26, è “necessario” un vertice per fermare la guerra. Il governo di Kiev, come riporta Andriy Yermak, capo dell’ufficio di presidenza ucraina, sarebbero pronto ad un summit già il prossimo luglio, a patto che questo tenga conto del “piano in dieci punti” del presidente Volodymyr Zelensky. Yermak, infatti, ha pubblicato una parte dell’intervista rilasciata da Zelensky all’agenzia di stampa russa Interfax. 

La posizione dell’Ucraina è chiara: il nostro piano è la base, ma siamo pronti ad ascoltare tutti quei Paesi che rispettano la nostra sovranità e integrità territoriale, siamo pronti ad accettare alcuni elementi di altre proposte. Ci si chiede dove e quando tenere il vertice di pace: naturalmente, vogliamo che si svolga il prima possibile, luglio sarebbe l’ideale”, ha aggiunto Yermak su Telegram. 

Zelensky
Zelensky | Foto The Presidential Office of Ukraine under the Creative Commons Attribution 2.0 Generic license

La posizione di Mosca

A spegnere gli entusiasmi, tuttavia, è intervenuto Dmitry Medvedev, l’ex presidente russo. In un’intervista rilasciata ai giornalisti nel corso della visita in Vietnam, infatti, il vicepresidente del Consiglio di sicurezza della Federazione russa avrebbe dichiarato: “Finché al comando a Kiev rimane Volodymyr Zelensky, non sarà possibile alcun negoziato. Finché c’è il regime di Kiev, c’è il pagliaccio Zelensky, i negoziati sono impossibili”, ha riportato l’agenzia russa Tass.

Diversamente, la proposta di pace del Vaticano sembra essere stata accolta positivamente dal Cremlino. Come riferito dal ministero degli Esteri russo all’agenzia Ria Novosti, “prendiamo atto del sincero desiderio della Santa Sede di promuovere il processo di pace”. Tuttavia, nonostante sia già stato annunciato da diverso tempo, il ministero ha ricordato che “nessun passo pratico è stato preso dalla parte vaticana per organizzare il viaggio a Mosca”. Nonostante ciò, è stato sottolineato che tutti gli sforzi indirizzati ad una pace tra le due parti avranno senso “solo se si terrà conto della ben nota posizione di principio della Russia su possibili negoziati di pace. Ricordiamo a questo proposito che, a differenza della Russia, che fin dall’inizio è pronta per un dialogo onesto e aperto sulla soluzione in Ucraina, il regime di Kiev rifiuta ancora categoricamente la possibilità stessa di negoziati con Mosca e si affida alla guerra”.

Vladimir Putin
Vladimir Putin | Pixabay @DimitroSevastopol

Attacchi in aumento

L’attacco registrato nelle ultime ore nel suolo russo, tuttavia, è solo l’ultimo di una lunga serie. Dall’inizio di maggio, infatti, si sono verificati diverse azioni da parte delle forze ucraine sul territorio ‘avversario’: si ricorda il sabotaggio che ha portato al deragliamento di due treni merci russi, l’incendio di un deposito di petrolio causato da un attacco di droni, fino all’incursione nell’oblast russo di Belgorod da parte di due gruppi armati russi che hanno preso le parti dell’Ucraina. Infine, l’attacco alle centrale nucleari di Leningrado e Kalinin per mano di un gruppo di sabotatori.

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