Epatite acuta, parla il primario che ha preso in cura il bimbo di Prato

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Si è registrato a Prato un caso di epatite acuta pediatrica in un bambino di circa 4 anni. Il piccolo è stato prima ricoverato all’Ospedale Santo Stefano di Prato per poi essere prima trasferito al Meyer di Firenze. Infine, il piccolo è stato portato al Bambin Gesù di Roma in condizioni molto gravi dove i medici stanno valutando un intervento per il trapianto di fegato. Ai nostri microfoni ha parlato il primario di pediatria, Pier Luigi Vasarri, dell’ospedale pratese che per primo ha preso in cura il piccolo.

La possibile causa dell’epatite acuta

L’ipotesi più probabile è quella di una infezione da adenovirus, forse a causa di una mancanza di memoria immunologica che questi bambini possono aver avuto in questa fase di lockdown e distanziamento con le mascherine, che non hanno prodotto la normale immunità, come accadeva prima dell’introduzione dei dispositivi“, ha spiegato il primario. “Sono per ora solo fatti speculativi. In Italia abbiamo 3-4 segnalazioni, non c’è nessun allarmismo particolare“, ha aggiunto.

Si sta creando un polverone, però ancora dal punto di vista pratico non abbiamo un granché. Si tratta di un bambino con un’importante epatite virale. Le condizioni sono andate progressivamente peggiorando ed è stato deciso di trasferirlo al Meyer. Gli altri tipi di epatite sono state escluse. Alcuni esami fatti qui da noi sono ancora in corso, non abbiamo ancora le risposte. Al momento non esiste una causa specifica. Si pensa che possa trattarsi di una di queste epatiti descritte recentemente in letteratura, che avvengono nei bambini piccoli sotto i 10 anni“, ha concluso Vasarri.

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