Covid, Lombardia e Piemonte fuori dalla zona rossa in sette giorni?

Altre due settimane di restrizioni per Covid in modo tale da concedere poi maggiore libertà di movimento ai cittadini. È la strategia concordata tra governo e Regioni per arrivare al 3 dicembre con un’Italia quasi interamente arancione e gialla. L’abbassamento dei contagi e la tenuta del sistema sanitario sono la condizione indispensabile perché il nuovo dpcm (che dovrà entrare in vigore proprio quel giorno) possa prevedere alcuni allentamenti. In particolare l’orario prolungato dei negozi, la riapertura dei centri commerciali il sabato e nei giorni festivi, l’apertura di bar e ristoranti la sera anche nelle zone arancioni e il coprifuoco a mezzanotte. Lombardia e Piemonte potrebbero cambiare colore già a partire dal 27 novembre.

Due settimane dopo, tra il 17 e il 24 dicembre, sulla base del monitoraggio settimanale, si deciderà se è possibile mantenere misure meno rigide o se invece sia necessario prevedere nuove chiusure in vista delle festività. “Fare previsioni di lungo termine non è possibile”, ripetono a Palazzo Chigi confermando che “il sistema di divisione per fasce non sarà modificato”. Ma il percorso è comunque segnato e sembra già possibile individuare le prossime tappe. A meno di impennate improvvise nel numero di nuovi positivi.

Covid, il periodo di attesa per le altre Regioni

L’ordinanza firmata ieri dal ministro della Salute, Roberto Speranza, proroga di altre due settimane la zona rossa in Lombardia, Piemonte, Calabria e Valle d’Aosta. Ma a leggere i dati Lombardia e Piemonte sono tecnicamente già in arancione. Il sistema di classificazione prevede che debba esserci un periodo di consolidamento del dato positivo prima di cambiare fascia e questo accadrà il 27 novembre. Dunque la settimana successiva, quando il governo varerà le nuove regole, potranno godere delle misure allentate non escludendo di poter essere addirittura in fascia gialla. Una possibilità che sembra invece esclusa per la Calabria (ancora in situazione critica) e per la Valle d’Aosta, ancora in piena zona rossa. In bilico rimangono la Puglia, che ieri ha rischiato di diventare rossa, e la Sicilia dove la situazione non è ancora ottimale.

Proprio il 3 dicembre si deciderà il destino della Campania e della Toscana che sono entrate in zona rossa il 13 novembre. Si stabilirà se Emilia Romagna e Marche possono tornare in fascia gialla. E il giorno prima sarà valutata la Liguria che dall’11 novembre è in fascia arancione. Osservate speciali rimangono invece il Friuli Venezia Giulia (arancione), il Molise (arancione) e il Veneto (gialla) che secondo i dati del monitoraggio sul Covid “sono classificate con un rischio moderato ma con probabilità alta di progredire a rischio alto nel prossimo mese”. Destino segnato anche per l’Abruzzo che da domano entra nella fascia peggiore.

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