Covid, indice Rt in crescita: boom di contagi a Natale?

I numeri dei contagi da Covid continuano a crescere in tutta Italia: c’è chi pronostica 20 o 30 mila positivi a Natale prima della discesa. E mentre la Lombardia torna a vedere il fantasma della zona gialla, il picco dei positivi si registra a Nordest. Il ministro Speranza conferma che il rischio di un lockdown generalizzato non c’è. Ma per alcuni territori potrebbero arrivare le restrizioni a dicembre.

Il picco di contagi da Covid verso Natale

Ieri il bollettino del Ministero della Salute ha registrato 8.569 positivi e 67 morti. Il monitoraggio settimanale della Fondazione Gimbe ha confermato la crescita: dal 3 al 9 novembre i casi sono aumentati del 37,7%. Ma soprattutto, ha segnalato il crollo delle prime dosi di vaccino. Ieri sono cresciuti anche i ricoveri ordinari (in totale 3.509) mentre la situazione delle terapie intensive per ora non preoccupa. Fra le regioni il Veneto ha registrato il maggiore incremento giornaliero di casi: 1.077. Seguito da Lombardia (1.066), Campania (959), Lazio (894), Friuli Venezia Giulia (650), Emilia Romagna (617), Sicilia (604), Toscana (509). Intanto il Centro europeo per la per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) nella sua mappa aggiornata ha portato in rosso Friuli-Venezia Giulia, Bolzano, Marche e Calabria. L’unica regione italiana a bassa incidenza è il Molise. Il resto della penisola è in giallo. Intanto l’indice Rt sale a 1,21.

Tutti i numeri epidemici si sono ridotti notevolmente rispetto all’anno scorso

Roberto Battiston, direttore dell’Osservatorio Epidemiologico sul Covid-19 dell’Università di Trento, spiega a Repubblica che il picco di contagi da Covid è in arrivo. “Ogni settimana aggiungiamo un paio di migliaia di casi alla media giornaliera. Di questo passo arriveremo a 20-30mila a Natale. Il fisico Giorgio Sestili, fondatore della pagina Facebook “Coronavirus – Dati e analisi scientifiche”, ha spiegato ieri all’Ansa che, sebbene in aumento, tutti i numeri dell’epidemia in Italia si sono ridotti notevolmente rispetto a un anno fa, quando il vaccino non c’era e i casi giornalieri erano più di 35.000. I ricoverati nei reparti ordinari un anno fa erano 31.600 (di cui 3.000 in terapia intensiva) e oggi sono 3.900 (423 nelle rianimazioni), ossia si sono ridotti di un fattore 10. Sempre un anno fa le persone positive erano 590.000 e oggi 103.000.

Lockdown nel Nordest? Le parole di Speranza

Che l’epidemia cresca in alcune zone più che in altre è un dato di fatto. E per questo l’ipotesi di un aumento delle restrizioni su base territoriale si fa sempre più corposa. Il case history è il Friuli-Venezia Giulia. Dove l’occupazione delle terapie intensive ha superato l’11%. Servirà la zona gialla per questa regione? I nuovi casi settimanali a Trieste hanno raggiunto il livello monstre di 471 ogni 100mila abitanti. La soglia di allerta in Italia è fissata a 50. La vicinanza con la Slovenia, che ha il 40,5% della popolazione vaccinata, non è di certo di aiuto.

Il ministro della Salute, Roberto Speranza, conferma che il rischio di un lockdown generalizzato non c’è, ma la crescita dell’epidemia in Europa è un segnale chiaro. “I numeri hanno la testa dura. In Germania ci sono 50mila contagi in 24 ore. In Francia 12mila casi, l’Olanda annuncia nuove misure. Abbiamo imparato che la contiguità tra Paesi spesso anticipa un trend. Sappiamo anche che la stagione che ci attende sarà complicata. E allora, l’Italia non può essere estranea a questa dinamica”. E per questo per adesso siamo fortunati: “I nostri dati sono un po’ migliori degli altri perché i tassi di vaccinazione sono più alti. Questo ci dà un piccolo vantaggio. E poi la prudenza nel rilascio delle misure. Abbiamo lasciato il freno più tardi e mai del tutto. In particolare su una cosa: le mascherine al chiuso”.

Il piano di Figliuolo e il super Green pass

Il Corriere della Sera aggiunge che Figliuolo ha chiesto di prevedere per tutti “la possibilità aggiuntiva di accedere alla vaccinazione direttamente presso gli hub vaccinali senza prenotazione. Ma anche di “ricorrere in modo sistematico alla ‘chiamata attiva’, procedendo alla prenotazione dei soggetti interessati alla dose ‘booster’ anche attraverso la rete della medicina del territorio, con il più ampio coinvolgimento dei medici di medicina generale, dei pediatri di libera scelta e dei farmacisti”.

E intanto si fa strada l’ipotesi della stretta sul Green pass. L’ipotesi è di darlo solo ai vaccinati e ai guariti. Anche perché intanto in Europa la Francia dal 15 dicembre lo darà soltanto agli over 65 che hanno ricevuto la terza dose. Mentre in Germania si discute intorno alla possibilità di fare entrare in bar e ristoranti soltanto vaccinati e guariti.

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