Coronavirus, già a dicembre
più di 100 casi in Val Seriana

Oltre 100 casi di Coronavirus sarebbero stati registrati nella Val Seriana già a dicembre 2019. È quanto emerge dall’inchiesta che la Procura di Bergamo sta conducendo sulla mancata istituzione della zona rossa nei comuni di Alzano Lombardo e Nembro. Proprio l’ospedale di Alzano, il Pesenti-Fenaroli, ha fornito alla procura gli elementi necessari ad acquisire questo clamoroso dato, che riscriverebbe dunque la storia dell’epidemia in Italia. Secondo i magistrati, che in queste settimane hanno ascoltato medici, farmacisti, dirigenti ospedalieri e hanno acquisito i referti messi a disposizioni dall’Ats, tra novembre 2019 e gennaio 2020, nell’ospedale di Alzano Lombardo si sono verificati almeno 110 polmoniti sospette.

In Val Seriana più di 40 persone vennero ricoverate con polmoniti “atipiche”: è l’inizio del Coronavirus

In particolare, secondo i dati acquisiti dall’Ats di Bergamo, emerge che già alla fine del 2019 una quarantina di persone erano ricoverate presso l’ospedale di Alzano Lombardo con polmoniti definite “atipiche” o comunque “non classificabili”. Un numero che aumenta esponenzialmente nei mesi tra gennaio e febbraio, fino ad arrivare a quella domenica 23 febbraio (tre giorni dopo la scoperta del paziente uno di Codogno) quando vengono ufficialmente accertati i primi due casi di Coronavirus nella bergamasca proprio all’ospedale di Alzano Lombardo Pesenti-Fenaroli.

A conferma dell’inquietante dato vi è anche il massiccio utilizzo di farmaci prescritti dai medici per polmoniti anomale tra dicembre e febbraio. Medicinali inseriti nel protocollo farmacologico per la cura del Covid-19 e che a fine febbraio erano introvabili. Il sospetto della Procura di Bergamo, quindi, è che il Coronavirus fosse nel cuore della Val Seriana già a dicembre 2019 e che, nonostante i segnali più che evidenti, medici, Ats e Regione Lombardia abbiano quantomeno sottovalutato la situazione. Una recente inchiesta giornalistica sulla mancata chiusura dei comuni bergamaschi e sulla chiusura-riapertura lampo dell’ospedale di Alzano aveva già portato alla luce questi casi sospetti di Coronavirus, avvenuti a cavallo tra la fine dell’autunno e l’inizio dell’inverno scorsi.

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