Cimiteri, Exequia: “Situazione a Roma surreale. Ora, class action”

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“Nella gestione del cimitero (Flaminio, ndr) non si è mai brillato, ma nella norma. Con l’emergenza Covid siamo arrivati a situazioni surreali. C’è stato un collasso della gestione cimiteriale. L’emergenza ha portato sicuramente un aumento di decessi ma non tale da giustificare una tale inadempienza. Abbiamo dei casi di cremazioni avvenute dopo 4-5 mesi. Non viene neanche rispettato il decoro delle salme. Non abbiamo più parole per giustificare con i parenti questo disservizio, ci dissociamo perché non c’entriamo nulla. Penso che questa situazione porterà all’innescarsi di class action e ciò andrebbe a gravare sulle casse comunali. Le tasse vengono pagate dai cittadini: oltre al danno la beffa, è il cittadino che fa causa a se stesso”. Lo ha detto Francesco Livi, responsabile amministrativo di Exequia Funeral Services, a proposito della situazione critica dei cimiteri di Roma.

La crisi totale dei cimiteri di Roma

Sarebbero infatti oltre duemila le bare in attesa di sepoltura nei cimiteri di Roma. È questo il dato riportato dal Corriere della Sera, che illustra quale sia la situazione nella Capitale, con tempi di attesa per la tumulazione e la cremazione che arrivano fino a sette mesi. Una crisi, quelle delle sepolture, aggravata anche dalla scarsa manodopera. In periodo di piena pandemia a gestire i cimiteri cittadini c’era solo un solo dipendente di Ama, come viene riferito. A denunciare per primo l’emergenza è stato il deputato del Pd, Andrea Romano, che ha attaccato la sindaca Raggi sulle difficoltà riscontrate da due mesi nel seppellire proprio figlio.

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