Perché i Carabinieri devono conoscere i Pokémon per far rispettare la legge?

Conoscere i Pokémon è indispensabile per essere un buon carabiniere? Forse no, ma è innegabile che negli ultimi anni le strade delle forze dell’ordine e quelle dei mostriciattoli tascabili si siano incrociate in più di un’occasione. Solo pochi giorni fa una domanda sui Pokémon ha fatto capolino in un concorso interno dell’Arma dei Carabinieri, generando non poche polemiche. “Qual è, tra le altre, una caratteristica dei Pokémon, le creature dell’omonimo videogioco di Satoshi Tajiri?”. Le possibili risposte erano: “che si nutrano di pizza”, che non muoiano in combattimento”, “che camminino all’indietro”, “che si spostino con biciclette a una ruota”. Per i carabinieri che ci leggono, la risposta corretta era la seconda. I Pokémon, infatti, non perdono la vita in battaglia, limitandosi a perdere i sensi. Il giocatore può rimetterli in sesto in qualsiasi momento portandoli in un Centro Pokémon.

Le perplessità del sindacato dei Carabinieri

Ma perché un carabiniere dovrebbe conoscere i Pokémon per svolgere il proprio lavoro? È una domanda che si è posto anche il sindacato Unarma. “Di ben altri personaggi e combattimenti un carabiniere dovrebbe occuparsi e prepararsi, o dimostrare di avere requisiti tali da poter affrontare in maniera coerente, lucida e sicura un impegno sociale di certo che va ben oltre la caccia ai Pokémon”, si legge nella lettera scritta da Antonio Nicolosi, il segretario generale di Unarma.

A lasciare perplesso il sindacato non è solo la natura della domanda, ma anche la sua specificità. Secondo Nicolosi sarebbe stato meglio chiedere, per esempio, “se Pikachu fosse un personaggio base o una forma già evoluta”. A parere di chi scrive, la domanda suggerita richiede una conoscenza del brand maggiore rispetto a quella inserita nel concorso. Chiunque, andando per esclusione, può arrivare alla conclusione che in un brand rivolto anche ai bambini la presenza di scene in cui degli adorabili mostriciattoli perdono la vita sarebbe problematica (anche se non senza precedenti). Per sapere che Pikachu è l’evoluzione di Pichu, invece, serve un po’ più di esperienza con il videogioco o con la serie animata.

Quando i Pokémon incontrano le forze dell’ordine

In tutta serietà, non è necessario aver giocato a tutti i giochi dei Pokémon per essere un buon carabiniere. Tuttavia, una conoscenza anche solo generale di uno dei più grandi fenomeni di massa degli ultimi decenni può essere utile per affrontare alcune situazioni particolari, soprattutto dopo l’uscita di Pokémon GO. Nel 2016 il gioco mobile ha portato una grande quantità di persone ad affollare le strade per dare la caccia ai mostriciattoli tascabili, creando qualche grattacapo anche alle forze dell’ordine.

Nei giorni successivi al lancio del gioco in Australia, la polizia di Darwin è stata costretta a invitare i giocatori all’ordine. Tramite un comunicato ufficiale, gli agenti hanno ricordato ai cittadini l’importanza di prestare attenzione a ciò che li circonda, in modo da evitare disagi. Alcuni giocatori erano persino arrivati ad entrare nella stazione di polizia della città australiana per catturare dei Pokémon.
Nel periodo di massima popolarità del gioco si sono verificate delle scene simili anche in tante altre città. In un caso particolare, due poliziotti di Los Angeles sono stati licenziati perché si sono messi a giocare a Pokémon GO al posto di sventare una rapina in un centro commerciale. Negli ultimi anni la popolarità di Pokémon GO è un po’ scemata, ma conoscere l’esistenza del gioco e gli eventuali comportamenti dei suoi giocatori può essere utile per un Carabiniere.

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