Cannabis terapeutica, assolto l’uomo che la coltivava in casa

Walter De Benedetto è stato assolto dall’accusa di coltivazione di cannabis. Il fatto non sussiste, ha sentenziato il gup di Arezzo Fabio Lombardo. Qualificando quindi la produzione della sostanza stupefacente trovata dai carabinieri a Ripa di Olmo come necessaria al solo uso terapeutico personale del 49enne affetto da artrite reumatoide. Una malattia rara neurodegenerativa e altamente invalidante. De Benedetto non era presente al tribunale, su consiglio medico dopo una visita alla quale si è sottoposto nelle ore precedenti.

L’uomo era stato imputato per coltivazione di sostanza stupefacente in concorso. De Benedetto, che da anni era in possesso di una regolare prescrizione medica, aveva deciso di coltivare la cannabis. Questo perché il Sistema Sanitario non riusciva ad assicurargli il quantitativo di terapia necessaria a combattere i lancinanti dolori causati dalla sua patologia. I difensori di De Benedetto hanno prodotto documentazione con un parere dell’esperto Carlo Privitera. È stato dimostrato che il quantitativo di piante e lo sviluppo di dosi, che inizialmente sembrava esagerato, fosse in realtà dimensionato all’utilizzo del solo De Benedetto.

Le motivazioni che hanno portato all’assoluzione dell’uomo che coltivava cannabis

“Aprire la produzione di cannabis terapeutica anche a privati, semplificare la burocrazia e formare i medici. Sono questi i passi fondamentali che serve mettere in campo affinché altri pazienti non si trovino nuovamente ad affrontare l’iter giudiziario che ha dovuto percorrere De Benedetto. Presso il Tribunale d’Arezzo il Giudice Fabio Lombardo ha assolto Walter De Benedetto ritenendolo non colpevole in quanto il suo utilizzo della cannabis era strettamente legato ai fini terapeutici, riporta un comunicato di Meglio Legale. “Non ho tempo di aspettare una giustizia che ha sbagliato il suo obiettivo. Il dolore non aspetta”, aveva detto negli scorsi giorni Walter De Benedetto, assolto perché dal Tribunale d’Arezzo il fatto non sussiste.

“Ce l’abbiamo fatta, anche grazie al supporto di chi da fuori ha seguito la situazione processuale. Walter è stato assolto in quanto è stato dichiarato non colpevole di voler spacciare ciò che invece aveva necessità di consumare per uso terapeutico, hanno detto gli avvocati Lorenzo Simonetti e Claudio Miglio, legali di Walter De Benedetto.

“E ora, una nuova legge”

In Italia la cannabis terapeutica è legale dal 2007 ma, a causa dello scarso quantitativo prodotto dallo Stato, la distribuzione è spesso assente. Per quanto la legge preveda che il medico possa prescrivere questa terapia a carico del Servizio Sanitario Nazionale, molto spesso il farmaco non si trova in farmacia, portando chi ne fa uso all’assenza di terapia. Inoltre, lo stigma creato intorno alla pianta rende difficile anche il processo di prescrizione. Una condizione che spinge sempre più pazienti a optare per l’autocoltivazione, rischiando costantemente di incorrere in problemi giudiziari.

Per questo motivo sarebbe importantissimo prendere in mano il quadro normativo e ampliarlo. Affinché altri cittadini non si trovino a dover affrontare un processo solo per aver cercato di curarsi. “Una legge che ha portato sul banco degli imputati un paziente è una legge che non funziona. Affetto da artrite reumatoide da oltre 35 anni, patologia che curava con cannabis terapeutica regolarmente prescritta, l’uomo era imputato per aver coltivato la pianta per supplire le mancanze del Sistema Sanitario”. Così Antonella Soldo, coordinatrice di Meglio Legale.

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