Campi Flegrei: cosa prevede il piano di evacuazione

I Campi Flegrei rappresentano un’area ad altissima densità abitativa. Non soltanto, però. La zona campana è anche un’area ricca di fenomeni vulcanici, nota per le frequenti scosse sismiche e il bradisismo. Lo sanno bene i suoi residenti, che nelle ultime settimane hanno dovuto fare i conti con uno sciame sismico che ha portato al terremoto di magnitudo 4.2 avvenuto il 27 settembre, il più forte degli ultimi 40 anni. Questi fenomeni sono il risultato di un’attività vulcanica in corso che ha interessato la regione per migliaia di anni.

Il piano di evacuazione dei Campi Flegrei

È bene sottolinearlo: non vi sono al momento dati o segnali precursori di un’imminente eruzione vulcanica. Allo stesso tempo, però, trattandosi di un vulcano ancora attivo, è costantemente tenuto monitorato e le istituzioni hanno preparato nel 2017 un piano di evacuazione in caso di emergenza. Gli studi dimostrano come, in caso di eruzione, al 95% si tratterebbe di un fenomeno di intensità bassa o media. Il piano delle tute gialle si è quindi basato su questi studi. In caso di eruzione potrebbero manifestarsi:

  • una colonna eruttiva formata da gas e materiale vulcanico
  • la caduta di materiale vulcanico
  • flussi piroclastici
  • esplosioni causate dal contatto del magma con l’acqua
Crolli dovuti a una scossa di terremoto
Foto | ANSA/CIRO FUSCO – Newsby.it

L’area dei Campi Flegrei è stata, di conseguenza, divisa in diverse zone. Nella zona rossa in caso di allarme tutta la popolazione verrà evacuata prima che inizi l’eruzione. Quest’area include i Comuni di Pozzuoli, Bacoli, Monte di Procida e Quarto, oltre a parte dei Comuni di Giugliano in Campania, di Marano di Napoli e alcune municipalità del Comune di Napoli. In totale si parla di circa mezzo milione di abitanti, inclusi nella fascia più a rischio. La zona gialla potrebbe, invece, essere coinvolta dalla caduta di ceneri vulcaniche. In questo caso, l’evacuazione non sarebbe immediata, ma legata all’intensità dell’eruzione e ai danni arrecati alle strutture. La zona gialla riguarda Villaricca, Calvizzano, Marano di Napoli, Mugnano di Napoli, Melito di Napoli e Casavatore e 24 quartieri del Comune di Napoli (per un totale di circa 800.000 abitanti).

L’allontanamento della popolazione dovrà svolgersi nell’arco di 72 ore: le prime 12 servono per consentire agli abitanti di prepararsi e per disporre le misure necessarie per il traffico; le successive 48 per la partenza cadenzata della popolazione dai comuni della zona rossa; le ultime 12 per gestire eventuali complicazioni e consentire l’allontanamento della Protezione Civile. L’evacuazione dovrà essere effettuata con mezzi autonomi e verranno, per queste persone, indicati punti di raccolta in Comuni esterni alle aree a rischio. Chi, invece, dovrà muoversi con mezzi pubblici, verrà trasportato, in caso di emergenza, all’esterno della zona di rischio verso specifici punti di raccolta.

Il Decreto Campi Flegrei e tutti i dubbi

Nelle ultime settimane, con la serie di scosse che ha coinvolto il territorio, alcuni sindaci hanno sollevato dubbi sull’effettiva efficacia del piano di evacuazione. Alcune strade, considerate vie di fuga, non sarebbero, infatti, praticabili in caso di eruzione. Per questo motivo è stata chiesta una revisione e molti Comuni stanno verificando i dettagli dell’operazione. Sul tema è, comunque, intervenuto anche il Governo che ha emanato un apposito decreto. Il Decreto Campi Flegrei prevede lo stanziamento di 52 milioni di euro e una serie di azioni mirate. Nello specifico, uno studio sulla sismicità delle microzone, un’analisi del rischio di edifici privati e pubblici e un programma di intensificazione del monitoraggio sismico e delle strutture. Un nuovo piano di evacuazione sarà stilato – in raccordo con la Regione Campania, la Prefettura di Napoli, gli enti e le amministrazioni territoriali interessati – entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore del decreto . Non mancheranno i test attraverso esercitazioni. Anche per questo è prevista l’installazione della segnaletica di Protezione civile oltre a un piano di comunicazione che coinvolgerà anche scuole, dove sono stati distribuiti un milione di opuscoli, e giornalisti. “Misure che non porranno fine allo sciame sismico ma consentiranno di conoscere meglio il fenomeno plurisecolare“, ha sottolineato il ministro per la Protezione Civile Nello Musumeci.

La misura è stata accolta con parere positivo dalla gran parte dei sindaci coinvolti. “È una grande soddisfazione. Sono state accolte, dal Governo, tutte le nostre proposte per affrontare questa fase del bradisismo – così i sindaci di Pozzuoli, Gigi Manzoni, e Bacoli, Josi Della Ragione, dopo l’ok al Decreto – A partire dal potenziamento del personale tecnico e di controllo. E, soprattutto, all’analisi della vulnerabilità degli edifici. Sia pubblici che privati. Così come il miglioramento della comunicazione alla cittadinanza, il potenziamento dei piani di evacuazione. È un buon punto di partenza. Perché noi flegrei vogliamo continuare a vivere la nostra terra. Ma dobbiamo farlo in sicurezza“.

 

 

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