Green pass all’università: tra i 150 docenti contro c’è anche Barbero

L’obbligatorietà della Certificazione verde COVID-19 per l’accesso alle università italiane non viene visto di buon occhio da oltre 150 docenti universitari italiani, che ne hanno infatti sottoscritto contro un manifesto. Tra le firme contro il Green pass spicca in particolare quella di uno dei più noti divulgatori e storici italiani, Alessandro Barbero. L’obiettivo dell’appello è quello di avviare “un serio dibattito politico, nella società e nel mondo accademico sui pericoli di tale misura. Per evitare ogni penalizzazione di specifiche categorie di persone in base alle loro scelte personali e ai loro convincimenti. Per garantire il diritto allo studio e alla ricerca e l’accesso universale, non discriminatorio e privo di oneri aggiuntivi a servizi universitari”. Richiedendo che “venga abolita e rifiutata ogni forma di discriminazione.

Barbero: “Il Green pass strumento ipocrita, meglio l’obbligo vaccinale”

Il professor Barbero, docente ordinario di Storia Medievale all’Università del Piemonte Orientale, intervenendo durante la discussione “Dal tumulto dei Ciompi ad oggi”, organizzato da Fiom Cgil fiorentina, ha ribadito la sua contrarietà al Green pass per l’accesso alle università. Ha infatti contestato l’“ipocrisia” del governo perché, a suo dire, “non ha il coraggio di dire le cose come stanno”. Barbero puntualizza: Un conto è dire ‘Signori, abbiamo deciso che il vaccino è obbligatorio perché è necessario. E di conseguenza, adesso introduciamo l’obbligo’. io non avrei niente da dire su questo”.

Diverso, secondo Barbero, è invece il discorso sulle modalità di comunicazione, di applicazione, uso ed estensione del Green pass. Lo storico, infatti, spiega: “Un altro conto è dire ‘No, non c’è nessun obbligo, ma semplicemente non puoi più vivere. Non puoi più andare all’università’. Però non c’è l’obbligo nel modo più assoluto, perché il vaccino serve davvero e il Green pass serve per questo”. Insomma, secondo lo storico la certificazione verde è uno strumento poco cristallino “per indurre la gente a vaccinarsi con sotterfugi”, quando sarebbe più corretto inserire l’obbligo.

Tra gli altri firmatari, c’è anche Paolo Becchi, professore di Filosofia all’Università di Genova, noto per le sue posizioni ambigue e vicine a quelle dei No vax e No Green pass.

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