Addio al fumettista Quino:
era l’inventore di Mafalda

È morto a 88 anni il fumettista argentino Quino, pseudonimo di Joaquín Salvador Lavado Tejón, famoso per avere inventato il personaggio di Mafalda. Quino era nato a Mendoza, in Argentina, il 17 luglio del 1932 ed era figlio di immigrati spagnoli. Era famoso in tutto il mondo e le sue vignette sono state tradotte 35 lingue. La scorsa settimana aveva avuto un ictus. A dare la notizia della sua morte è stato il suo editore argentino Daniel Divinsky.

La fama di Quino è legata principalmente, per l’appunto alla creazione di Mafalda, che ideò nel 1963. Ma anche alle sue strisce mute che irridevano costumi e vizi della società contemporanea. Mafalda è una bambina di sei anni, ha genitori qualunquisti, odia la minestra, ascolta i Beatles e con i suoi amici (Felipe, Manolito, Susanita e Libertà) si occupa di grandi avvenimenti: dalla guerra del Vietnam alla fame, dal razzismo alla questione femminista. La striscia venne pubblicata la prima volta il 29 settembre 1964 sul settimanale argentino più importante dell’epoca, “Primera Plana” di Buenos Aires. Il 9 marzo 1965 Quino interruppe il suo rapporto con “Primera Plana” e Mafalda passò al quotidiano “El Mundo”.

A un certo punto Quino si stanca di disegnare Mafalda

Dopo la morte della madre e del padre, erano gli anni Cinquanta, Quino lasciò Mendoza per Buenos Aires dove iniziò a pubblicare su alcuni settimanali con successo i suoi disegni. Nel 1963 uscì il suo primo libro, “Mundo Quino”, una raccolta di fumetti umoristici muti con la prefazione dello scrittore Miguel Brasco. Brasco presentò Quino a Agens Publicidad, che stava cercando un disegnatore per creare un fumetto che fosse “una via di mezzo tra Blondie e Peanuts” (anni dopo Charles Schulz definirà Quino “un gigante”), per pubblicizzare il lancio di una linea di elettrodomestici chiamati Mansfield il cui logo conteneva una M e una A e per questo il nome di alcuni personaggi doveva cominciare con la M. Così nacque Mafalda. Agens poi non fece la sua campagna, ma a Quino rimasero alcune strisce che usò per conto proprio dopo alcuni mesi.

Dal 25 giugno 1973 Quino decise di non disegnare più strisce di Mafalda e dedicarsi a disegni e strisce con personaggi occasionali dedicati soprattutto al racconto e alla satira sociale e di vita quotidiana: “Ero stanco di continuare a ripetere che il mondo funziona male, che ci sono le guerre e la povertà. Niente è cambiato da allora e questa è una tristezza infinita”. Quino continuò però a creare tavole umoristiche. Nel 1976 (dopo il colpo di Stato e l’instaurazione della dittatura in Argentina del generale Jorge Rafael Videla) si trasferì a Milano, dove rimase fino a due anni fa).

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