Facebook cambia nome e diventa Meta, Zuckerberg: “Siamo sempre gli stessi”

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In diretta sul suo personale profilo il fondatore di Facebook, Mark Zuckerberg, ha annunciato il cambio del nome dell’azienda. Da oggi il colosso californiano si chiamerà Meta. “Ma siamo sempre gli stessi“, ha precisato l’imprenditore 37enne. “Il nostro obiettivo non cambia, continuiamo a lavorare per tenere in contatto le persone e disegnare loro la tecnologia intorno“. Il titolo intanto avanza a Wall Street con il cambio di nome: +2,9%.

 

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Per riflettere chi siamo e cosa speriamo di costruire, sono orgoglioso di annunciare che da oggi la nostra azienda si chiamerà Meta. Il nostro obiettivo però è sempre lo stesso: tenere in contatto le persone. Anche le nostre app e i nostri marchi non cambiano. Siamo sempre quell’azienda che disegna la tecnologia intorno alle persone“, ha spiegato Zuckerberg.

Da Facebook a Meta

Stando a quanto riferito da Zuckerberg durante un’intervista a The Verge, la scelta di cambiare il nome alla società madre non è legata ai Facebook Papers o alle recenti dichiarazioni di ex dipendenti. Si tratta di una decisione che il Ceo ponderava già da qualche anno e che ora, con il progetto Metaverse che diventa sempre più concreto, sembrava sbagliato rimandare ancora.

Il progetto Metaverse

Il nome Meta indica l’intenzione di Facebook di puntare tutto sul progetto Metaverse, ritenuto l’evoluzione naturale di Internet. Nei prossimi anni, il colosso farà tutto il possibile per rendere concreta la sua visione del metaverso, un luogo virtuale a cui le persone potranno accedere tramite i visori VR. Secondo Zuckerberg, il progetto potrebbe cambiare radicalmente il modo di approcciarsi a Internet. Le persone, infatti, potrebbero accedere al metaverso anche per vivere la propria vita, per esempio andando al cinema o a lavoro senza uscire di casa. Il possibile impatto sulla società di una tecnologia simile è difficile da valutare, soprattutto ora che i visori VR sono ancora poco diffusi (in parte a causa del loro costo elevato).

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