Coronavirus, molti scommettitori
si sono dati agli eSports

 “Chi scommette trova sempre qualcosa su cui scommettere”; è stato il semplice assioma con il quale il New York Times ha raccontato il recente successo delle scommesse sugli eSports durante la fase del Coronavirus. Negli ultimi mesi, infatti, la maggior parte delle scommesse sportive si è dovuta necessariamente fermare; un settore che vale, nel mondo, circa 500 miliardi di dollari l’anno. Questo lungo periodo senza sport ha portato però alla proliferazione, con notevole successo, delle scommesse legate agli eSports: un nome che racchiude molte attività tra loro tanto diverse. Dai videogiochi (di guerra, di calcio, di automobili) giocati in modo professionistico fino ai videogiochi che addirittura si giocano da soli, senza giocatori umani e con partite simulate dal computer.

Chi gestisce le scommesse, del resto, fa di tutto per cercare nuove cose su cui gli scommettitori possano scommettere. Marc Blume, che si occupa di questioni finanziarie per l’agenzia di scommesse Pinnacle, ha detto che fino a qualche anno fa parlare di scommesse sugli eSports generava scarso interesse, se non addirittura ilarità, ma ora è cambiato tutto. Sempre il giornale americano ha citato alcuni dati secondo i quali da marzo le scommesse sugli eSports sono aumentate fino a 40 volte. “Gli eSports ora sono fondamentali”, ha detto Blume, “da marzo a oggi sono stati la nostra principale categoria di scommesse; ogni importante agenzia di scommesse permette ora di scommettere sugli eSports: anche se non lo faceva qualche mese fa, ora lo fa”.

Il boom delle scommesse sugli eSports era già in atto prima del Coronavirus

Il recente e notevole aumento di scommettitori sugli eSports è stato rapidamente seguito da un aumento delle scommesse possibili, anche se il Coronavirus ha soltanto accelerato qualcosa che già stava succedendo. Nel 2019 questo settore ha avuto entrate per oltre un miliardo di dollari; i premi dei tornei più importanti sfioravano i 35 milioni di dollari e la Coppa del Mondo di Fortnite è stata vista online da più di due milioni di spettatori. Al punto che anche competizioni reali, come la NASCAR e la Formula 1, o squadre di calcio di diversi paesi, si sono interessate alla questione, organizzando competizioni e in certi casi ingaggiando videogiocatori professionisti.

Grazie alla riduzione delle attività sportive reali su cui scommettere, ci si aspetta che nel mondo il settore delle scommesse sugli eSports possa generare nel 2020 ricavi per almeno 14 miliardi di dollari, circa il doppio rispetto al 2019. Il tutto in un settore che, al contrario, avrà di certo ricavi inferiori rispetto all’anno precedente. In questo momento si è già molto oltre le semplici puntate sulle singole partite tra due campioni mondiali dello stesso videogioco.

È probabile che questo settore continui a crescere

Ora si può scommettere su giocatori umani che si sfidano a un videogioco (sportivo ma non solo), ma anche su partite giocate in automatico sul videogioco di calcio FIFA 2020, in cui a gestire la partita è semplicemente l’algoritmo del gioco. Chi scommette su un evento di questo tipo, quindi, lo fa assistendo a una partita simulata da un videogioco, guardando calciatori digitali sfidarsi su un campo digitale, senza nessun essere umano che decida come farli muovere e agire attraverso un joystick o una tastiera. Con il ritorno degli sport reali, molti scommettitori torneranno probabilmente alle scommesse “tradizionali”, ma l’opinione prevalente è che gli eSports continueranno a crescere e, con loro, le relative scommesse. Ed è anche possibile che, al contrario, l’interesse dovuto alle scommesse possa comunque portare alla crescita di certi videogiochi.

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