Zaniolo, quanti talenti sprecati nel calcio: da Balotelli a Cassano e Adriano

Soltanto otto mesi fa, era il 27 maggio 2022, Nicolò Zaniolo diventò l’idolo dei tifosi della Roma. Grazie al gol realizzato al Feyenoord nella finale di Conference League. Le città della Capitale si ricoprirono di bandiere e magliette giallorosse per il numero 22, scelto in onore di Kakà, il suo idolo. Adesso, invece, tutto è cambiato. Anzi, tutto è peggiorato. Perché Zaniolo ha chiesto di andare via, ma ha rifiutato la destinazione Bournemouth, l’unico club in grado di avvicinarsi alle richieste economiche di 35 milioni di euro fatte dalla Roma. Il fantasista preferisce il Milan, che in realtà non ha avanzato nessuna proposta ufficiale, ma che comunque non potrebbe andare oltre i 23 milioni. Ed ecco che in città sono apparsi diversi striscioni: “Zaniolo traditore, m…. senza onore”, vicino al Colosseo. Un’altra scritta è apparsa a Trigoria, dove veniva offesa anche sua mamma , Francesca Costa. Che su Instagram non è stata zitta: “Aver originato tutto quest’odio mi sembra un tantino eccessivo”. Non è la prima volta che Zaniolo si trova al centro di polemiche (l’ultima, in ordine di tempo, la bestemmia in faccia all’arbitro). È lui il primo a sapere che non può perdere il suo talento, come invece è accaduto ad altri.

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Foto Pixabay | @neelam279

Antonio Cassano

L’ex talento di Bari Vecchia non ha bisogno di presentazioni. Per lui Fabio Capello ha coniato un nuovo termine, “le cassanate”, per definire i suoi comportamenti indisciplinati (eufemismo). Nel 2001 lascia il ritiro dell’Under 21 perché non è d’accordo con la panchina del giorno prima. Due anni dopo si fa espellere per aver fatto il gesto delle corna all’arbitro. Al Real Madrid si fa beccare mentre imita Capello in panchina e non avrà più continuità. Ma si potrebbe continuare all’infinito.

Mario Balotelli

Dalle “cassanate” alle “balotellate”. Poteva essere un fuoriclasse, invece si è fermato troppo presto sulla strada che porta all’essere campioni. Si ricordano tantissime prodezze in campo, ma purtroppo anche vicende extracalcistiche. Anche per lui, come per Cassano, l’elenco sarebbe troppo lungo. Basta ricordare quando al Manchester City ha lanciato freccette ai ragazzi del settore giovanile perché annoiato o come quando nel 2019 ha scommesso con un ragazzo, convincendolo a buttarsi in mare a bordo del suo motorino.

Adriano

Un campione indiscusso che si è perso per strada. La morte del padre, nel 2004, lo ha scaraventato in un vortice depressivo dal quale non ha saputo riprendersi in tempo, disperdendo il suo enorme talento che in Italia, a inizio carriera, abbiamo potuto ammirare con le maglie di Fiorentina, Parma e Inter.

Massimo Orlando

Da erede di Roberto Baggio alla Fiorentina alla depressione, quel tunnel senza luce che può falcidiare mente e anima delle persone. Una parentesi al Milan, senza esplodere, e il ritorno a Firenze. La sfortuna, però, è in agguato e un grave infortunio gli compromette la carriera a 24 anni.

Edmundo

Uno dei talenti più forti della sua generazione. Sbarca a Firenze, per giocare nella Fiorentina, ma litiga con Alberto Malesani e scappa a Rio de Janeiro, siamo nel 1998, per godersi il carnevale. Ma ha alle spalle il processo per omicidio colposo perché aveva provocato la morte di tre persone in un incidente stradale. Anche al Napoli Edmundo non lascia grandi ricordi: la squadra va in B al termine del campionato nel 2001.

Francesco Coco

Dal Milan al Barcellona, conquistando anche la Nazionale. Ma chiude la carriera a soli 30 anni facendosi coinvolgere in vicende che con il calcio hanno poco a che vedere. Come quando si presenta a un provino con il Manchester City fumando allenamento o quando una donna prova ad accoltellarlo. Senza dimenticare quando l’ex terzino è vittima nell’inchiesta Vallettopoli: era tra le persone ricattate da Fabrizio Corona.

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Adrian Mutu

Senza gli errori commessi avrebbe incantato l’Europa con le sue prodezze. Peccava di continuità, ma con un pallone tra i piedi sapeva cosa fare, eccome. Nel 2004, però, poco dopo l’arrivo al Chelsea, viene trovato positivo alla cocaina e squalificato per sette mesi. Alla Fiorentina, nel 2010, è invece positivo alla sibutramina e la squalifica è di nove mesi.

Radja Nainggolan

Un altro giocatore capace di fare la differenza ogni volta che stava bene e che ha avuto l’apice della sua carriera a Roma. Ma fuori dal campo è stato protagonista di molti eccessi. Nel 2014 è stato denunciato dai carabinieri di Cagliari per maltrattamenti, lesioni e minacce dai danni della moglie, mentre nel Capodanno 2018 aveva fatto un video sui social zeppo di bestemmie.

Nicklas Bendtner

Uno dei giocatori migliori della sua generazione in Danimarca. Ma nel 2011, al Sunderland, ha danneggiato delle auto insieme al compagno di squadra Cattermole a Newcastle. Due anni dopo gli è stata ritirata la patente a Copenhagen per guida in stato di ebbrezza e circolazione in senso vietato. Sempre da ubriaco ha compiuto atti osceni davanti a un tassista, che ha anche minacciato.

Royston Drenthe

Si è ritirato a 30 anni perché non era più felice. Ha avuto un’infanzia molto complessa, per l’omicidio del padre quando aveva soltanto tre anni. Nelle stagioni al Real Madrid non ha nascosto di aver avuto una vita notturna fin troppo attiva. Da qui il suo talento si è perso.

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