Maradona compie 60 anni:
l’eterno ‘saliscendi’ del Pibe de Oro

Sessant’anni, cento vite. Tra inebrianti ascese e rovinose cadute, la vita di Diego Armando Maradona non è mai stata banale. Quello che da parte degli addetti ai lavori è considerato il calciatore più forte della storia (non ne vogliano i vari sostenitori di Pelé, Cruijff, Puskas, né quelli di Cristiano Ronaldo o dell”allievo’ Messi) arriva alla cifra tonda in un periodo che per il calcio, come per lo sport (e la vita) in generale è molto difficile. Uno di quei momenti in cui sarebbe bastata una giocata del Pibe de Oro sul rettangolo verde per dimenticare ogni problema. Almeno per 90 minuti.

Maradona, campione controverso (ma amatissimo)

Quando si parla del Maradona calciatore raramente si citano le statistiche, come si fa per altri grandi del calcio. In generale si preferisce ricordare i momenti. Ci sono quelli magici, come la meravigliosa cavalcata solitaria contro l’Inghilterra al Mondiale ’86, o i gol e gli assist che hanno regalato due scudetti al Napoli. Nel capoluogo campano Maradona è un nome sacro. Non è un caso che la società abbia scelto (pur con qualche anno di ritardo), di non far indossare a nessun altro la famosa maglia numero 10.

Ci sono poi i momenti controversi, perché Maradona è sempre stato così, prendere o lasciare. D’altra parte, prima del gol del secolo contro gli inglesi, era arrivata la Mano de Dios, e con il San Paolo il rapporto si era incrinato nella semifinale di Italia ’90, quella in cui l’Argentina batté gli Azzurri ai rigori interrompendo d’un tratto le Notti Magiche.

Poi, purtroppo, non sono mancati i momenti mesti, dalla positività alla cocaina nel 1991 all’addio all’Italia fra mille polemiche (alcune proseguite negli anni, come il riconoscimento del figlio avuto da Cristiana Sinagra e le vertenze con l’Agenzia delle Entrate). Fino alla triste immagine di Usa ’94, quella dell’infermiera che lo scorta all’esame antidoping dopo Argentina-Nigeria, la sua ultima presenza con l’Albiceleste prima di una nuova squalifica per uso di sostanze dopanti che lo costringerà a lasciare il calcio a livello internazionale. Per sempre.

Il post carriera fra “discese ardite e risalite”

Sul Maradona post-carriera da calciatore si è detto e scritto tantissimo perché la natura stessa del personaggio. Ha provato a restare nel mondo del calcio ma fra porte chiuse dalle società cui era più vicino, soprattutto in Argentina, e il vortice in cui era caduto sempre più a causa dell’abuso di sostanze si è ritrovato, nel 2004, in un letto d’ospedale a Buenos Aires, in coma farmacologico. Fuori dalla struttura migliaia di tifosi in preghiera per lui e con lui. Forse pregavano direttamente lui: in fondo è sempre stato considerato alla stregua di un Dio del calcio e il pallone, in Argentina, è una cosa maledettamente seria.

Quell’esperienza lo ha portato, finalmente, a ridurre gli eccessi di una vita fin troppo spericolata. Dopo essersi ripreso, apparve nel 2005 in formissima sulla Tv argentina, al timone de La Noche del 10, una trasmissione così seguita da essere trasmessa anche all’estero, in diretta, con traduzione simultanea. In una celebre puntata ospitò e intervistò Pelé, uno dei calciatori che gli contende la palma di miglior giocatore di ogni tempo, che proprio con il Pibe si espose pubblicamente, per la prima volta, sui problemi di dipendenza del figlio. L’abbraccio fra i due resta uno dei momenti simbolo del calcio, e paradossalmente non è arrivato su un campo sportivo.

Maradona ha anche provato più volte l’esperienza della panchina. Ha allenato anche la nazionale argentina portandola (non senza sofferenze) ai Mondiali 2010, poi conclusi andando letteralmente a sbattere (0-4) sul muro tedesco ai quarti di finale.

Il presente e il futuro di Diego Armando Maradona

Oggi Maradona è il tecnico del Gimnasia La Plata, club del campionato argentino. I risultati in campo sono altalenanti ma è fuori dal rettangolo di gioco che rincuora la relativa assenza di episodi controversi che lo riguardano.

Il suo futuro potrebbe inoltre riservare una nuova avventura: negli ultimi mesi, infatti, si è fatto il suo nome per la panchina della nazionale venezuelana. In fondo, Maradona non ha mai nascosto le sue visioni politiche: più volte è stato ospite a Cuba (era grande amico di Fidel Castro) e recentemente ha perorato, proprio per quanto riguarda il Venezuela, prima la causa di Chavez e poi quella di Maduro.

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