Il vaccino antinfluenzale annuale potrebbe sparire: quando è nato

È una vera e propria rivoluzione quella che potrebbe giungere presto dagli Stati Uniti d’America, dove un’equipe di medici sta sperimentando un vaccino antinfluenzale universale.

Uno studio che potrebbe cambiare radicalmente l’utilizzo di questa tipologia di vaccino in futuro, anche in Italia, dove milioni di persone ogni anno vengono vaccinate contro l’influenza.

Una pratica sviluppata a cavallo della Seconda Guerra Mondiale e ancora oggi molto comune.

Formula universale a mRNA

Il richiamo annuale del vaccino antinfluenzale potrebbe presto sparire.

Il National Institute of Allergy and Infectious Diseases (NIAID), uno degli istituti inerenti al National Institutes of Health statunitense, ha annunciato di aver dato inizio alla sperimentazione di un vaccino a mRNA universale, proprio contro l’influenza.

Una novità che potrebbe cambiare la storia di questo vaccino, come commentato da Hugh Auchincloss, personalità a capo del NIAID:

“Un vaccino universale contro l’influenza sarebbe un importante risultato per la salute pubblica e potrebbe eliminare la necessità dello sviluppo annuale di vaccini contro l’influenza stagionale, oltre che il bisogno per i pazienti di sottoporsi a un vaccino antinfluenzale ogni anno”.

Per poter effettuare questa fase di sperimentazione, il NIAID si servirà della collaborazione di 50 volontari d’età compresa tra i 18 e i 49 anni.

La prima fase dell’operazione vedrà la definizione del dosaggio più efficace, mentre nella seconda il nuovo vaccino verrà confrontato con quello stagionale quadrivalente attualmente già in uso, così da poterne verificare le reali potenzialità e il livello di efficacia nella protezione dall’influenza.

Donna colpita da influenza stesa a letto
Foto | Pexels @AndreaPiacquadio

Cos’è il vaccino antinfluenzale?

Milioni di italiani ogni anno tra ottobre e dicembre, generalmente, si sottopongono al vaccino antinfluenzale.

Si tratta di un vaccino utilizzato per proteggere dai potenziali rischi legati al virus dell’influenza e che viene consigliato soprattutto ad alcune categorie ritenute particolarmente sensibili, alle quali viene offerto gratuitamente (tenendo sempre presente ogni singola casistica).

Tra queste ci sono le persone over 65, oltre che tutti quei soggetti colpiti da patologie che potrebbero aumentare la loro esposizione al rischio di complicanze di un certo peso in caso di influenza.

Particolarmente a rischio sono considerate anche le donne incinta, al secondo o terzo trimestre di gravidanza all’inizio della stagione epidemica, e i lavoratori a stretto contatto con gli animali, potenziali fonti di virus.

Molte di queste categorie, ogni anno, si sottopongono dunque a una vaccinazione antinfluenzale, attraverso il così detto richiamo, ovvero un vaccino trivalente (contiene tre tipi di virus: due A e uno B) o quadrivalente (contiene quattro tipi di virus: due A e due B).

Quelli che sono considerati l’arma di prevenzione più efficace contro l’influenza stagionale e che ogni anno vengono rinnovati e modificati, così da poter combattere la nuova forma del virus, di per sé mutevole.

Mano mostra una siringa contenente un vaccino
Foto | Pexels @ArtemPodrez

Quando è nato il vaccino antinfluenzale?

La scoperta della vaccinazione come tecnica utile a combattere e sconfiggere le malattie infettive si deve a Edward Jenner, medico inglese che si dedicò alla lotta contro il vaiolo nel 1796.

Tre anni pi tardi, nel 1799, Luigi Sacco diffuse la vaccinazione jennariana anche in Italia, aprendo così la strada alle vaccinazioni nel nostro Paese.

La nascita del vaccino antinfluenzale risale, invece, al 1900.

Per alcuni, il primo vaccino di questo tipo fu sviluppato nel 1936 in Unione Sovietica, dove venne iniettata una versione attenuata, ma vitale, del virus.

Una sperimentazione che funzionò bene nell’immediato, ma che non riuscì a contrastare la forza del virus a lungo. Esso, infatti, si ripresentava con ancor maggiore virulenza in poco tempo.

Negli stessi anni, anche gli Stati Uniti svilupparono un proprio vaccino antinfluenzale, analizzando quanto avvenuto nel 1918, quando una pandemia di influenza spagnola si diffuse in tutto il Mondo, uccidendo 50 milioni di persone e contagiandone circa mezzo miliardo.

A creare quello che da molti è considerato il primo vero vaccino antinfluenzale furono l’immunologo Jonas Salk e il suo mentore Thomas Francis, della New York University.

La loro medicina fu inizialmente testata sui soldati statunitensi durante la Seconda Guerra Mondiale e il vaccino divenne, poi, disponibile al pubblico a metà degli anni ’40.

Fu in questo momento che molti ricercatori iniziarono a notare una tendenza preoccupante: il virus influenzale mutava di anno in anno, rendendo così inefficace il vaccino appena sviluppato.

È per questo motivo che ogni anno l’Organizzazione Mondiale della Sanità (l’OMS), così come altre agenzie sanitarie, ipotizza le mutazioni che potrebbero verificarsi e progetta preventivamente un nuovo vaccino capace di contrastare una nuova versione del virus influenzale.

Esattamente ciò che ora potrebbe cambiare. Il nuovo vaccino universale sviluppato dal NIAID punta, infatti, a stimolare l’immunità contro l’influenza usando una porzione di una proteina caratteristica dei virus influenzali, ovvero l’emoagglutinina.

È lavorando sulla parte più stabile di questa proteina che i medici puntano a creare un vaccino in grado di offrire una protezione duratura contro più virus dell’influenza.

“Un vaccino antinfluenzale universale potrebbe fungere da importante linea di difesa contro la diffusione di una futura pandemia influenzale”.

Ha spiegato il già citato Auchincloss.

Non resta che attendere e vedere se tutto ciò funzionerà davvero.

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