Premio Nobel, “no” a quote rosa: Ressa unica donna nel 2021

Sono soltanto cinquantanove le donne vincitrici di un Premio Nobel dalla fondazione del riconoscimento nel 1901 a oggi. Quindi, il 6,2% del totale. Un dato drammatico che ha spinto l’Accademia di Svezia a interrogarsi sulla modalità di selezione dei candidati e sulla eventuale introduzione di quote rosa. Dopo una lunga riflessione, il verdetto dell’Accademia di Svezia non lascia dubbi: non ci saranno quote rose, né quote legate all’etnia. Il Premio Nobel andrà alla miglior scoperta scientifica (economica, letteraria ecc.) dell’anno, indipendentemente da qualsiasi altro fattore.

Premio Nobel, il “no” alle quote rosa

A dar voce alla decisione del Premio Nobel è Göran Hansson, scienziato svedese, nonché segretario generale dell’Accademia di Svezia, che ogni anno assegna il prestigioso riconoscimento. Dopo aver constatato con amarezza che ci sono “così poche donne” in lizza, ha ammesso che il premio continuerà ad andare a coloro che sono “ritenuti più meritevoli“. L’edizione 2021 del Premio Nobel ha fatto discutere proprio per la scarsa rappresentazione femminile. L’unica donna ad aggiudicarsi il prestigiosissimo riconoscimento è stata infatti Maria Ressa, giornalista di origini filippine, nota per le sue inchieste sull’operato del presidente Rodrigo Duterte. Ha condiviso il Premio Nobel per la Pace con il collega giornalista Dmitry Muratov.

Hansson: “Non avremo quote per genere o etnia”

Göran Hansson, che assegna i premi Nobel di chimica, economia e fisica, ha difeso la sua posizione sulle quote in un’intervista all’Agence France-Presse. “È triste che ci siano così poche donne vincitrici del premio Nobel e fa riflettere sulle condizioni ingiuste della società, in particolare negli anni passati ma tuttora esistenti. E c’è molto altro da fare“, ha detto. “Abbiamo deciso che non avremo quote per genere o etnia. Vogliamo che ogni vincitore sia accettato ... perché ha fatto la scoperta più importante, e non a causa del genere o dell’etnia. E questo è in linea con lo spirito del testamento di Alfred Nobel“, prosegue il Segretario Generale dell’Accademia di Svezia.

Premio Nobel, la parità di genere è ancora lontana

L’Accademia di Svezia si sta impegnando affinché tutte le donne meritevoli abbiano equa possibilità di accedere al Premio Nobel. Oltre a incoraggiare la candidatura di donne scienziate, occorre superare i pregiudizi inconsci talvolta presenti nei comitati e nelle accademie. “Abbiamo avuto lezioni di sociologi, abbiamo avuto discussioni di gruppo, ci siamo impegnati molto“, ha aggiunto Hansson. “Alla fine, daremo il premio a chi sarà ritenuto più meritevole, a chi ha dato i contributi più importanti“. Nessuna donna ha ricevuto i premi in scienze quest’anno. Ma “lo scorso anno abbiamo avuto due donne vincitrici del premio in chimica, Emmanuelle Charpentier e Jennifer Doudna. Abbiamo avuto una donna vincitrice in fisica, Andrea Ghez“. Mentre “l’anno prima avevamo Esther Duflo in scienze economiche”, prosegue Hansson.

Solo il 10% dei professori di scienze sono donne

Rispetto ai decenni precedenti, sono molte di più le donne riconosciute, considerando che si parte da un livello molto basso. “Tenete presente che solo il 10% circa dei professori di scienze naturali nell’Europa occidentale o nel Nord America sono donne, e anche meno se vai nell’Asia orientale“, ha aggiunto il professore. “Ci vuole tempo per valutare, per ottenere nomination e valutare il premio Nobel… Si potrebbe anche dire che questa è la situazione risale a uno o due decenni fa, quando sono state fatte le scoperte”. Così il Segretario Generale dell’Accademia di Svezia sul divario di genere nell’assegnazione del riconoscimento auspicando un progressiva parità di accesso al Nobel.

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