Onde gravitazionali di un miliardo di anni fa captate da uomo: cosa sono

Un evento che il mondo della scienza attendeva da decenni, e che si è verificato due volte. Nelle scorse ore sono state captate due onde gravitazionali, segnale della fusione di buchi neri che ingoiano piccole stelle di neutroni. Ossia vere e proprie stelle, che al termine della propria vita cosmica sono collassate diventando minuscole e incredibilmente dense. Tanto che un cucchiaio della loro materia ha il peso di una montagna. E ora il segnale di due di questi eventi è arrivato fino all’uomo.

Una ricerca (anche italiana) in corso da anni

A riceverli è stato il rilevatore europeo Virgo, cui l’Italia partecipa con l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn), l’americano Ligo e il giapponese Kagra. La registrazione delle due onde gravitazionali risale al gennaio del 2020, mentre gli eventi sono avvenuti addirittura 900 milioni di anni fa. Il tutto è stato descritto sulla rivista ‘The Astrophysical Journal Letters’.

La scoperta delle onde gravitazionali risale al 2016. Quindi la scienza ha messo a punto l’astronomia multimessaggera, con la possibilità di seguire gli eventi cosmici utilizzando strumenti che leggono segnali di tipo diverso. Ma ora l’Ansa spiega che l’arrivo dei due ‘cinguettii’ cosmici, come fin dall’inizio sono stati chiamati i segnali delle onde gravitazionali, apre una fase nuova della ricerca.

Onde gravitazionali: cosa ci hanno trasmesso

I due segnali hanno anche un nome: GW200105 e GW200115. GW è la sigla inglese per “onde gravitazionali”, le cifre individuano anno, mese e giorno in cui gli scienziati hanno osservato gli eventi. Per cui il primo è stato rilevato il 5 gennaio 2020. Emesso 900 milioni di anni fa, segnala che un buco nero dalla massa 8,9 volte superiore a quella del Sole ha divorato (“come un Pac-Man cosmico“, spiega l’Ansa) una piccola stella in cui era concentrata una massa 1,9 volte superiore a quella del Sole. Il secondo segnale, rilevato il 15 gennaio 2020, risale a circa un miliardo di anni fa. È stato emesso quando un buco nero di 5,7 masse solari ha ingoiato una stella di neutroni dalla massa 1,5 volte superiore a quella del Sole.

La possibilità di registrare le onde gravitazionali apre una nuova fase nel mondo della ricerca per astronomi e astrofisici. Sarà infatti possibile studiare aspetti inediti dell’universo. “Ligo e Virgo continuano a svelare eventi catastrofici mai osservati finora, contribuendo a far luce su un paesaggio cosmico finora inesplorato. Il nostro obiettivo è guardare ancora più lontano nel cosmo, per una comprensione più profonda dell’universo in cui viviamo“, ha spiegato infatti Giovanni Losurdo, coordinatore internazionale di Virgo e ricercatore dell’Infn.

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