Luna: i russi cercano l’acqua con la missione spaziale Luna-25

La Russia ha lanciato il razzo che veicola la sonda con destinazione Luna, avviando la sua prima missione verso il satellite della Terra dopo 47 anni.

La missione robotica si chiama Luna-25, in testa a un razzo Soyuz-2 Fregat dal cosmodromo di Vostochny, quasi all’estermità orientale del Paese.

Il decollo di Luna-25 e la sua storia

Il decollo è avvenuto l’11 agosto alle 2.10 ora di Mosca secondo le immagini diffuse in diretta dall’agenzia spaziale russa Roscosmos.

La Luna
Foto | Unsplash @NASA – Newsby.it

Così la Russia, nel bel mezzo della guerra contro l’Ucraina, vuole cercare di arrivare prima degli USA a esplorare quella parte ancora sconosciuta del polo sud della Luna, nel tentativo di trovare acqua e portarsela a casa. Ma anche gli Stati Uniti hanno il medesimo obiettivo, ma che non si concretizzerà prima di due anni.

Secondo quanto riporta il Roscosmos sul proprio canale Telegram, il vettore ha svolto il suo compito e la sua sonda è sulla traiettoria di volo verso il nostro satellite naturale.

La crociera durerà meno di due settimane per arrivare a posarsi vicino al Polo sud e tentare di restare nello spazio che conta, per non perdere la fantomatica moon race, condotta con la Cina e in competizione con il blocco orientale capitanato dagli Stati Uniti.

La storia di Luna-25 – detta anche Luna-glob – è ultradecennale: concepita negli anni ’90, subito dopo la dissoluzione dell’Urss, è stata continuamente rinviata fino a questa decade. Era inizialmente parte della collaborazione con l’Agenzia spaziale europea, la quale avrebbe fornito una camera di navigazione, ora rimossa e sostituita.

Una partnership però interrotta, così come le altre missioni interplanetarie progettate insieme – prima fa tutte Exomars – dopo l’invasione dell’Ucraina.

La strategia del progetto

Il progetto prevede di inviare una sonda da far atterrare vicino al cratere Bogulawsky, una depressione di 97 km di diametro.

crateri della Luna
Foto | Unsplash @NASA – Newsby.it

Il Polo Sud della Luna non è facile da raggiungere ed è costellato di crateri e riserve di ghiaccio di grande rilevanza “con tutta probabilità nascoste nel sottosuolo in zone dove, a causa della posizione del satellite, la luce del Sole non arriva mai” conferma il Paìs, uno tra i diversi media internazionali che si occupano della missione.

Si tratta dunque di una missione tutt’altro che semplice, al punto che, per precauzione, la Russia ha evacuato 26 residenti del villaggio di Shakhtinskyi, vicino alla base di lancio, che “saranno ospitati in un hotel e invitati ad assistere al decollo”, come riferisce un lancio dell’Agenzia Reuters.

A quanto ci è dato sapere, la missione è in ritardo già di alcuni anni a causa di continue difficoltà tecniche, incluso il fallimento del suo predecessore Phtos Grunt, un progetto congiunto cinese-europeo diretto alla volta di Marte.

La guerra in Ucraina e gli embarghi occidentali sono risultati un enorme ostacolo alla missione, anche perché prima dell’invasione, l’Agenzia spaziale europea avrebbe contribuito al progetto con la messa in campo di una macchina fotografica per documentare tutto come sopra citato, ma poi la partecipazione è stata annullata per le difficoltà politiche sopraggiunte e la Russia non ha ora altra scelta che portare a termine la missione andando sulla Luna da sola.

Quanto alla ricerca dell’acqua, quel che si pensa è che 4,5 miliardi di anni fa la Terra si sia scontrata con Theia, un pianeta delle dimensioni di Marte: il colpo è stato così forte che il nostro pianeta sarebbe scomparso per alcune ore.

“Una piccola parte venne espulsa e mescolata ai resti dell’altro corpo, trasformata in roccia fusa e il risultato fu la formazione della Luna” come si legge nel racconto fatto dai giornali.

Ora, se l’acqua del satellite sia un residuo di quel periodo oppure sia arrivata attraverso asteroidi e comete che hanno colpito sia la Luna che la Terra “è un enorme mistero”,sottolineano i responsabili scientifici della missione, ma “lo studio dei composti macromolecolari di origine cosmica conservati nei ghiacciai lunari può svelare il segreto dell’origine della vita sulla Terra e permetterà di confrontare le strutture molecolari biochimiche sulla Terra e nello spazio”, sottolineano.

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