I mammiferi che stanno in gruppo vivono più a lungo: ecco lo studio dell’Accademia cinese

È una ricerca che ha preso in considerazione ben 974 specie. Con un solo obiettivo: studiare i meccanismi alla base delle comunità. E adesso si ha una (quasi) certezza: i mammiferi che vivono in gruppo tendono generalmente a vivere più a lungo rispetto ai membri appartenenti alle specie solitarie. A rivelarlo è uno studio, pubblicato sulla rivista Nature Communications, condotto dagli scienziati dell’Accademia cinese delle scienze. Il team, guidato da Xuming Zhou e Ming Li, ha analizzato 974 specie di mammiferi, confrontando tre categorie di organizzazione sociale: animali solitari, esemplari che vivono a coppie e branchi.

Elefanti
Foto Pixabay | @designerpoint

Lo studio

Si parla di (quasi) certezza proprio perché già ricerche fatte in passato, eseguite su singoli raggruppamenti di persone, avevano dimostrato che gli individui caratterizzati da forti legami sociali vivono più a lungo rispetto a chi mantiene connessioni deboli. Per quanto riguarda gli animali, infatti, la vita in branco o in gruppo riduce il rischio di predazione e di fame. Un approccio interessante: i ricercatori, da questo punto di vista, hanno considerato moltissime specie, confrontando diversi fattori legati all’aspettativa di vita. Elefante asiatico e africano, lemure dalla coda ad anelli, zebra e pipistrello sono alcuni degli animali abituati a vivere in gruppo, mentre tra le specie solitarie gli studiosi hanno esaminato il dugongo, l’oritteropo e lo scoiattolo orientale.

L’indagine

È interessante comprendere come la longevità dei mammiferi che vivono in gruppo sia aiutata dall’organizzazione sociale. Stare insieme fa bene e stare insieme significa aiutarsi nella vita di tutti i giorni. Infatti, sono quelli che riescono a difendersi meno dai predatori e a patire meno la fame. Dati alla mano, i numeri rivelano una variazione di circa 100 volte nella durata massima della vita, che varia da circa due anni per i toporagni a oltre 200 anni per le balene della Groenlandia. Gli esperti hanno, inoltre, eseguito un’analisi genetica trascrittomica per 94 specie, identificando 31 geni, ormoni e percorsi correlati all’immunità, all’organizzazione sociale e alla longevità.

Elefanti, Savana
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Le considerazioni

Queste informazioni, commentano gli scienziati, potrebbero migliorare la nostra comprensione dell’evoluzione dell’organizzazione sociale e dell’aspettativa di vita in queste specie e forniscono una base per ulteriori indagini sui meccanismi alla base delle comunità di animali. In fin dei conti, tutto questo vale anche per gli esseri umani. Stare con altre persone è un bene per la salute. Fa vivere meglio, ci permette di conoscere gente nuova, di ampliare (e anche migliorare, eccezioni a parte) la socialità e riduce lo stress. Confrontarsi sulle varie questioni è un toccasana. E il mondo animale, certo non tutte le specie, questo lo ha già capito da un pezzo. Come ha rivelato lo studio pubblicato sulla rivista Nature Communications, condotto dagli scienziati dell’Accademia cinese delle scienze.

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