Giornata mondiale del pinguino: le specie più esposte al rischio estinzione

Oggi, 25 aprile, si celebra la Giornata mondiale del pinguino, nata per sensibilizzare l’opinione pubblica sulle minacce che corrono questi uccelli a causa del riscaldamento globale e delle attività umane. 18 sono le specie di pinguino esistenti attualmente. Guardando alla lista rossa degli animali stilata dall’Unione internazionale per la conservazione della natura (Iucn), nove specie sono catalogate come “in pericolo” o “vulnerabili”. Altre due sono invece “quasi in pericolo”. Ecco nel dettaglio quali sono le specie a rischio.

Pinguino
Foto Pixabay | @Dariusz Robert Drewnicki

Pinguino: le specie “in pericolo”

Tra le specie di pinguino “in pericolo” troviamo la popolazione dei pinguini saltarocce del Nord (Eudyptes moseleyi), caratterizzati dalle lunghe piume gialle che spuntano ai due lati della testa. Si trovano soprattutto nell’Oceano Atlantico meridionale (Tristan da Cunha e isola Gough) e nell’Oceano Indiano meridionale (isola Amsterdam e isola Saint-Paul) e attualmente se ne stimano oltre 400mila individui in circolazione. In “pericoloso” calo è anche la popolazione del pinguino crestato maggiore (Eudyptes sclateri), noto per il grosso ciuffo biondo che alza durante la stagione dell’accoppiamento. Nidifica nelle isole a Sud della Nuova Zelanda, in particolare sulle isole Bounty e sulle isole Antipodi. Gli esemplari stimati sono 150mila. A rischio estinzione è anche l’ultima specie vivente del genere Megadyptes, il pinguino dagli occhi gialli (Megadyptes antipodes). Lo si trova soprattutto in Nuova Zelanda. Secondo quanto riportato dal sito BirdLife International, ne esisterebbero solamente 2600-3000 esemplari. Nella lista rossa ci sono anche il pinguino africano (Spheniscus demersus) – l’unica specie che nidifica in questo Continente di cui oggi si contano poco più di 4mila esemplari – e il pinguino delle Galapagos (Spheniscus mendiculus) con soli 1200 esemplari.
Tra le specie catalogate come “vulnerabili” l’Iucn segnala il pinguino saltarocce del Sud (Eudyptes chrisocome), sparso tra le isole Falkland, Capo Horn, le isole Kerguelen e le isole subantartiche della Nuova Zelanda. La popolazione di questa specie al momento supera ancora i 2 milioni di unità, ma il velocissimo tasso di declino (30% in tre generazioni) giustifica la preoccupazione del mondo scientifico. In questa specifica lista c’è anche la specie dell’Eudyptes crysolophus, conosciuta sia come pinguino Macaroni sia come pinguino ciuffodorato. La si trova diffusa tra la penisola Antartica, l’Oceano Atlantico meridionale e l’Oceano Indiano meridionale. Non sono disponibili numeri sulla popolazione attuale. Ma non solo. Tra le “vulnerabili” rientra anche una specie che viene dalle isole a Sud della Nuova Zelanda, in particolare dalle Isole Snares: è il pinguino delle Snares (Eudyptes robustus), caratterizzato come altre specie dai ciuffi biondi a lato del capo. La popolazione è di 6300 unità. Ultima specie vulnerabile (con una popolazione di 23800 esemplari) è il pinguino di Humboldt (Spheniscus humboldti), tipico delle coste del Cile e del Perù affacciate sull’Oceano Pacifico.

Pinguino
Foto Pixabay | @Lori Lo

Le specie “quasi in pericolo”

Due specie invece sono classificate come “in pericolo”. Il pinguino imperatore (Aptenodytes forsteri) che vive nel continente antartico e che nei prossimi anni potrebbe andare incontro a una rapida diminuzione di popolazione a causa del cambiamento climatico. Secondo il WWF oggi ne esistono tra i 270mila e i 350mila individui. E il pinguino del Fiordland (Eudyptes pachyrhynchus), detto anche pinguino dal becco grosso, di cui attualmente si contano tra i 12500 e i 50mila esemplari.

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