Vaccino antinfluenzale, Lombardia: 500mila dosi senza autorizzazione

500mila vaccini fermi, ancora in attesa di essere riconosciuti dall’Aifa: è questa la situazione che deve affrontare Regione Lombardia. È quanto emerso ieri, mercoledì 21 ottobre, durante l’audizione in Commissione sanità a cui hanno partecipato i vertici di Aria, la centrale acquisti regionale. “È questo l’ultimo atto di una vicenda che ha visto Regione Lombardia dare il peggio di sé”, dichiara Samuele Astuti, consigliere regionale del Pd. “A oggi 500 mila dosi di vaccino che avrebbero dovuto essere destinate ai pazienti fragili e agli over 65, non sono disponibili e non vi è alcuna certezza di quando lo saranno“, prosegue. “Medici di famiglia e centri vaccinali non hanno le dosi e non sono neppure in grado di programmare quando potranno iniziare a fare le vaccinazioni“.

Il ritardo della campagna antinfluenzale in Lombardia

Anche Carmela Rozza, consigliere regionale del Pd, punta il dito contro il ritardo dell’inizio della campagna antinfluenzale. La donna ha portato all’attenzione di tutti un avviso esposto all’esterno di un centro vaccinale di Milano, secondo il quale le vaccinazioni saranno aperte a partire da martedì 3 novembre 2020. Sarà data priorità alle donne in stato di gravidanza e ai pazienti con condizioni di gravi fragilità per malattie croniche. “Questo è il fallimento della giunta regionale leghista, dovuto a improvvisazione e sottovalutazione”, accusa Rozza. “Mentre in Emilia Romagna stanno vaccinando già da dieci giorni, in Lombardia c’è un’emergenza nell’emergenza che va affrontata, prima di tutto, dicendo ai cittadini la verità”.

Le difficoltà dei centri vaccinali ATS

L’assenza dei vaccini antinfluenzali sta mettendo in difficoltà anche i centri vaccinali ATS di Milano. Il giorno successivo all’inizio della campagna antinfluenzale, gli operatori non sono riusciti ad aiutare le persone in cerca di informazioni sui vaccini. “Non ne abbiamo, non abbiamo informazioni e la Regione non ci dice nulla”, ha spiegato un’operatrice. “Sarò costretta a comprarlo privatamente in Svizzera a Montecarlo, perché al momento mi hanno detto che “forse” sapranno qualcosa solo settimana prossima”, ha aggiunto una delle signore in fila per saperne di più sulla situazione.

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