Vaccino antinfluenzale, a chi è raccomandato? Dov’è possibile riceverlo?

Si avvicina il consueto appuntamento annuale con la vaccinazione antinfluenzale. L’Italia intera si sta preparando a iniziare le somministrazioni, che procederanno di pari passo con quelle della terza dose del richiamo anti-Covid. Come sempre, il vaccino antinfluenzale sarà gratuito per le categorie più fragili e maggiormente esposte al rischio di complicanze.

A chi è consigliato il vaccino antinfluenzale?

Il ministero della Salute spiega che il vaccino antinfluenzale è raccomandato e offerto gratuitamente a tutte le persone dai 60 anni in su e ai bambini dai sei mesi ai sei anni. A prescindere dall’età, la vaccinazione è gratis anche per tutti gli altri soggetti a rischio. In questo ampio gruppo rientrano varie categorie, tra cui le donne incinta, gli operatori sanitari e le persone con patologie che favoriscono un maggior rischio di complicanze in caso di influenza, come il diabete, l’ipertensione, l’Aids, l’asma e altre patologie cardiache o polmonari.

Anche i bambini e gli adolescenti in trattamento a lungo termine con l’acido acetilsalicilico dovrebbero vaccinarsi. In caso di infezione influenzale, infatti, rischierebbero di contrarre la sindrome di Reye, una malattia che causa infiammazione ed edema cerebrale e degenerazione epatica. Inoltre, pure chi lavora a contatto con animali che potrebbero costituire fonte di infezioni da virus influenzali non umani è considerato a rischio.

È possibile consultare la tabella delle categorie a cui il vaccino antinfluenzale è raccomandato sul sito del ministero della Salute. Come spiega lo stesso dicastero, si tratta di un elenco incompleto. I medici, infatti, dovrebbero valutare di volta in volta la possibilità di offrire gratuitamente il vaccino a un paziente, in base al suo quadro clinico. “Gli operatori sanitari dovrebbero applicare il loro giudizio clinico per tenere conto del rischio di influenza che aggrava eventuali malattie di base che un paziente può avere, così come il rischio di gravi malattie derivanti dall’influenza stessa”, si legge sul portale.

Chi non può essere vaccinato?

Il vaccino antinfluenzale non dev’essere somministrato ai bambini di età inferiore ai sei mesi. Sono assenti, infatti, degli studi clinici controllati che ne dimostrino l’innocuità per gli infanti. La vaccinazione è controindicata anche per le persone che soffrono di malattie acute di media o grave entità. Anche i pazienti in cui è insorta la sindrome di Guillain-Barré nelle sei settimane successive alla somministrazione di una precedente dose di vaccino antinfluenzale non possono ricevere la somministrazione. Il ministero della Salute specifica che “una sindrome di Guillain Barré non correlata a vaccinazione antinfluenzale e insorta da più di un anno è motivo di precauzione”. Infine, devono evitare l’inoculazione anche i soggetti che abbiano manifestato una reazione allergica grave (anafilassi) dopo la somministrazione di una precedente dose o abbiano avuto un’analoga reazione a un componente del vaccino.

Dove si può fare il vaccino?

È possibile ricevere il vaccino antinfluenzale presso il proprio medico di famiglia o pediatra di libera scelta. La somministrazione può avvenire anche nelle strutture sanitarie o negli ambulatori vaccinali e di prevenzione. In alcuni casi, il vaccino può essere inoculato anche presso la sede di lavoro dal medico del lavoro. Inoltre, da quest’anno anche le farmacie potranno effettuare la vaccinazione. La conferma è arrivata direttamente da Marco Cossolo, il presidente di Federfarma. “Quest’anno prenderanno parte alla campagna vaccinale anche i farmacisti che hanno già seguito il corso di formazione dell’Istituto Superiore di Sanità per il vaccino anti-Covid”.

Vaccino antinfluenzale e terza dose del richiamo anti-Covid

È possibile sottoporsi sia al vaccino antinfluenzale che alla terza dose del richiamo anti-Covid senza rischi? Per gli esperti la risposta è sì. Per sicurezza, però, sarebbe meglio far passare 14 giorni tra un vaccino e l’altro. Ciò dev’essere fatto per “non creare interferenze sui possibili effetti collaterali che si concentrano nei primi giorni”, come ha spiegato il virologo Fabrizio Pregliasco.

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