Silvio Berlusconi Presidente della Repubblica: perché no

L’ipotesi che Silvio Berlusconi diventi il tredicesimo Presidente della Repubblica Italiana è motivo di feroci dibattiti e grandi discussioni in queste settimane. Se da un lato le forze di centrodestra, forti di una maggioranza relativa nell’Assemblea, lo ritengono il nome più adatto a una loro rappresentazione, il centrosinistra e non solo si oppongono. Ecco alcuni motivi per cui l’elezione di una figura così polarizzante potrebbe essere una cattiva soluzione per il nostro Paese.

Berlusconi rappresenta l’unità del Paese?

Un primissimo aspetto da sottolineare riguarda la sua funzione di rappresentanza dell’unità del Paese. Per tradizione, il Presidente della Repubblica non è espressione di alcun partito politico nel corso del suo mandato. Ciò avviene anche per coloro i quali provengono da una vita molto attiva all’interno di uno specifico partito. Ma il Capo dello Stato è chiamato sempre e comunque a fare l’interesse di tutta la cittadinanza. Una prerogativa che anche Berlusconi dovrebbe fare propria in caso di elezione.

Il fondatore di Forza Italia, tuttavia, non ha mai fatto mistero dei propri progetti politici anche in ambito di welfare. Progetti che hanno sempre dato maggiore spazio alla libertà a discapito dell’uguaglianza. Una libertà intesa quasi inevitabilmente in senso imprenditoriale, stante la professione da cui Berlusconi proviene. E che, al netto dei lungamente dibattuti conflitti d’interesse con le proprie attività, gli renderebbe decisamente complesso essere completamente super partes.

Quelle mansioni da Presidente della Repubblica particolarmente delicate

D’altra parte sono tante le mansioni da Presidente della Repubblica che rischierebbero di creare enormi controversie se a esercitarle fosse Berlusconi. Il Capo dello Stato ha infatti il diritto di sciogliere le Camere, di promulgare le leggi approvate dal Parlamento, ma anche di rinviarle alle Camere. Ciò può avvenire anche dopo l’approvazione (sebbene una volta soltanto per ogni legge), con messaggio motivato. Un diritto che potrebbe costituire un freno non da poco alla funzione legislativa del Parlamento.

Non bisogna poi dimenticare che il Presidente della Repubblica presiede il Consiglio supremo di difesa e detiene il comando delle forze armate italiane. In più è presidente del Consiglio superiore della magistratura. Una situazione decisamente spinosa, in considerazione del fatto che Berlusconi ha tutt’ora processi a proprio carico nei quali è imputato. Tanto più che l’articolo 90 della Costituzione riconosce al Capo dello Stato la non responsabilità per gli atti compiuti nell’esercizio delle proprie funzioni. Le uniche eccezioni sono l’alto tradimento, ossia l’alleanza con uno Stato nemico, o l’attentato alla Costituzione. Che si attua in sostanza quando si punta a sovvertire l’ordinamento, situazione di estrema gravità e mai verificatasi.

L’opinione di Berlusconi presidente all’estero

Altro aspetto da tenere in considerazione è la credibilità internazionale, sia a livello diplomatico che sui mercati finanziari. L’ultima esperienza di Berlusconi da premier si concluse nel 2011 con l’Italia alle prese con una grave crisi finanziaria e lo spread alle stelle. Peraltro la figura di Berlusconi era stata fortemente criticata soprattutto in Unione europea, in particolare da Francia e Germania. Atteggiamento, questo, opposto a quello riservato a Mario Draghi. E che certamente non aiuterebbe un neo eletto Presidente della Repubblica.

Concludiamo ricordando che Berlusconi ha 85 anni, gli ultimi due dei quali trascorsi combattendo contro diversi problemi di salute. Dopo la positività al Covid sono stati frequenti i suoi ricoveri a Milano, che gli hanno anche impedito di presentarsi in Tribunale in diverse circostanze. Al termine del settennato da Presidente della Repubblica avrebbe dunque 92 anni, un’età forse fin troppo avanzata per un ruolo tanto delicato.

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