Salvini propone un limite al numero di studenti stranieri nelle classi, ma c’è già

Il numero di alunni stranieri con una ridotta conoscenza della lingua italiana non deve superare il 30% degli iscritti in ogni classe e in ogni scuola

Il vicepremier Matteo Salvini, ospite a Porta a Porta, ha commentato il caso dell’Istituto di Pioltello, definendo “un arretramento” la chiusura della scuola per la fine del Ramandan e ha poi proposto la quota massima di “un 20% di bambini stranieri in una classe“. Riguardo quella decisione, il ministro ha dichiarato: “Non credo che in nessun Paese islamico chiudano per la Santa Pasqua o per il Santo Natale. Finché l’Islam non si darà una struttura e non riconoscerà la parità tra uomo e donna chiudere la scuola mi sembra un pessimo segnale. È un segnale di cedimento e arretramento chiudere per il Ramadan”, e ha proposto, per risolvere il problema delle classi composte prevalentemente da bambini stranieri, di stabilire un numero massimo di iscritti per ogni aula.

Salvini: “Bisogna controllare la presenza di bambini stranieri”

Dopo il caso della scuola romana Pisacane, è intervenuto il vicepremier Matteo Salvini, che ha rilanciato la proposta del tetto agli alunni stranieri in aula. “Se hai tanti bambini che parlano lingue diverse e non parlano l’italiano è un caos. Bisogna controllare la presenza di bambini. Un 20% di bambini stranieri in una classe è anche stimolante ma quando gli italiani sono il 20% dei bambini in classe, come fa una maestra a spiegare l’italiano, la matematica, la storia e la geografia?“, ha detto il ministro. Salvini aveva già fatto una proposta simile nel 2015. Intanto i genitori degli alunni dell’Istituto Comprensivo sono divisi, tra chi condivide la decisione e chi invece è contrario. 

Matteo Salvini
Matteo Salvini | ANSA/GIUSEPPE LAMI – Newsby.it

In realtà, in Italia esiste già da tempo una soglia di studenti stranieri per classi e scuole, con alcune deroghe. Il numero di alunni stranieri con una ridotta conoscenza della lingua italiana non deve superare il 30% degli iscritti in ogni classe e in ogni scuola, secondo quanto riportato nella circolare di gennaio 2010 del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, all’epoca guidato da Mariastella Gelmini. “Gli Uffici scolastici regionali sono tenuti a facilitare una distribuzione equilibrata degli alunni con cittadinanza non italiana tra le scuole attraverso la promozione di accordi a livello locale e intese tra scuola ed enti locali“, dice un rapporto del ministero pubblicato lo scorso agosto. La soglia del 30% può essere alzata o diminuita, a fronte della presenza di studenti stranieri con buone conoscenze linguistiche, oppure, al contrario, di alunni stranieri con una padronanza della lingua italiana considerata non adeguata. “In nessun caso, comunque, le scuole possono rifiutare l’iscrizione di un minore in ragione del superamento di una determinata percentuale di iscritti di origine migratoria“, si legge nel rapporto del ministero.

Le regioni con la percentuale più alta di studenti stranieri

Secondo i dati del Ministero dell’Istruzione e del Merito relativi all’anno scolastico 2021/2022, Il 7,2% di tutte le scuole in Italia ha più del 30% di studenti stranieri, mentre le scuole con zero stranieri sono il 18%. Al Nord si registra il numero più alto di scuole che superano la soglia del 30%:

  • il 14% in Lombardia (in totale 1.100),
  • in Emilia-Romagna il 17,4% e
  • l’11,3% in Veneto.

La regione con la percentuale più bassa è invece la Sardegna, con quasi il 40% di scuole composte solo da studenti con la cittadinanza italiana. Seguono poi le altre regioni del Sud Italia.

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