Salvini e Lega, sì al governo Draghi: “Noi disponibili senza condizioni”

Arriva il sì della Lega al nuovo governo. Lo afferma Matteo Salvini dopo le consultazioni con il presidente del Consiglio incaricato, Mario Draghi. Il leader del Carroccio si è detto molto soddisfatto per un confronto su temi condivisi anche dal suo partito, e ha garantito di non aver posto veti o condizioni di alcun genere. Concetti poi ribaditi uscendo dalla Camera, dove ha risposto alle domande dei giornalisti all’esterno di Montecitorio.

La Lega a disposizione: “Confronto interessante e stimolante con Draghi”

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Noi siamo a disposizione. La Lega è la prima forza politica del Paese, con 131 deputati e 63 senatori, governatori in tutta Italia, migliaia di sindaci. A differenza di altri, non crediamo si possa andare avanti solo a colpi di no. Quindi anticipo eventuali domande su Grillo, Conte, Boldrini, Leu o il Pd. Noi siamo diversi e non abbiamo pregiudizi, perché ciò di cui abbiamo parlato con il professor Draghi è il futuro dei nostri figli“, ha affermato Salvini.

Da parte del segretario della Lega arriva un’apertura totale al nuovo esecutivo sulla base degli argomenti messi in agenda dal Premier incaricato. “È stata una mezz’ora di confronto interessante e stimolante, su temi concreti e sull’idea di Italia che per diversi aspetti coincide tra noi e il presidente Draghi. Siamo contenti che al centro ci sia stato il tema dello sviluppo, delle imprese, della crescita, dei cantieri. Che è esattamente ciò che serve all’Italia per ripartire“, ha affermato Salvini.

Salvini e i veti: “Altri ne pongono, noi senza pregiudizi”

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Il professor Draghi ha posto per esempio il tema del turismo e delle imprese del turismo al centro della ripartenza. Un settore che riguarda il 13% della ricchezza nazionale“. Quindi un passaggio cruciale: “Noi non poniamo condizioni. Sui giornali leggiamo che altri partiti pongono condizioni e veti sulla Lega, su Salvini, sui sovranisti. Noi non abbiamo posto condizioni su persone, idee o movimenti. Questo è un momento in cui il bene del Paese deve superare l’interesse personale e partitico. Come diciamo da settimane, stiamo vivendo una crisi figlia del caos all’interno della maggioranza uscente. Noi cerchiamo di porre delle soluzioni, mettendo al centro lo sviluppo. E devo dire che questa è stata la maggiore sintonia della mezz’ora di colloquio“.

Salvini torna quindi a parlare di programmi: “Soldi alle imprese, lavoro, e non assistenza o beneficenza. Lavoro, per la Lega, significa anche l’impegno a non aumentare alcuna tassa. Noi possiamo metterci a disposizione di una squadra di governo che si pone come obiettivo primario di tagliare tasse e burocrazia. Nessuna idea di patrimoniale, tasse sui conti correnti o aumento delle tasse sulla casa. Anzi, semmai una pace fiscale per aiutare cittadini e imprese a respirare e lo Stato a incassare“.

Dalle grandi opere all’emergenza Coronavirus

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Ci sono anche le grandi opere, sempre al centro dell’attenzione di Salvini. Che ne elenca alcune: “Molto tempo lo abbiamo impiegato sia noi che il professor Draghi a parlare di sviluppo, di crescita, di cantieri. Noi pensiamo che la ripartenza dell’edilizia e delle opere pubbliche sia fondamentale per ridare lavoro. Dalla Tav al ponte sullo stretto di Messina, dalla Tirreno-Brennero alla Roma-Latina, dalla dorsale adriatica alla pedemontana. Lo sviluppo dei porti, da quello di Gioia Tauro a quello di Trieste. Su questo penso che ci sia una sensibilità comune“.

Non bisogna però dimenticarsi dell’emergenza Coronavirus. Così Salvini: “La salute degli italiani è una priorità che non è politica o partitica, ma è di tutti. Quindi pienamente disponibili a lavorare e collaborare. Senza però i ritardi, gli scivoloni e le manchevolezze che in diversi casi abbiamo visto e vissuto negli ultimi mesi. E che riguardano ancora oggi il sistema sanitario italiano. Più che spendere altri centinaia di milioni di euro per primule, padiglioni o capannoni nel deserto, la priorità è aiutare medici, infermieri e Protezione Civile a fare il proprio lavoro“.

Salvini, l’Europa e l’Italia: “Vorremmo si tornasse a riaprire”

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Quasi inevitabile il tema dei rapporti con l’Ue, tornato d’attualità dopo la presa di posizione del Pd (“Sì a Draghi, ma purché il programma non sia anti-europeista“). “Abbiamo parlato di Europa, perché qualcuno prova a dire no alla Lega sventolando la bandiera di un europeismo senza contenuti – tuona Salvini –. Noi abbiamo fatto due esempi molto concreti al professor Draghi. Noi in Europa ci siamo e i nostri figli ci crescono. Non si tratta di essere europeisti o meno, se c’è da difendere l’interesse particolare dell’Italia noi vogliamo far parte di un governo che tratti a Bruxelles a testa alta. Su questo la condivisione è totale“.

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Un’ultima riflessione, alimentata dal professor Draghi e da noi assolutamente condivisa e sostenuta, è quella di una necessità di tornare a vivere. Questi mesi di chiusure e Dpcm hanno portato a un’alienazione e depressione, oltre che a un incremento di povertà. Vorremmo che il governo che nascerà sia quello della ripartenza, la rinascita, la riapertura. Vorremmo che, con tutte le cautele del caso, l’Italia tornasse a riaprire. Dai negozi a tutte le attività. Perché altrimenti sarà un problema non solo economico, ma sociale, culturale e anche sanitario“. Queste le parole di Matteo Salvini. Una delle possibili stampelle del governo che potrebbe nascere.

 

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