Salone del Libro, Sgarbi su contestazione: “Lagioia ha sbagliato”

Non si fermano le proteste legate alle contestazioni contro Eugenia Roccella, la ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità, che sabato 20 maggio ha partecipato al Salone del Libro di Torino per presentare il volume “Una famiglia radicale”, incentrato sulle lotte per i diritti civili degli anni ’60. Per via delle sue posizioni sulla famiglia, e in particolare sull’aborto, nell’occasione è stata duramente criticata dagli attivisti di Extinction Rebellion e delle femministe di “Non una di meno”, presenti in sala tra il pubblico e intervenuti interrompendo la presentazione. Quanto accaduto ha diviso i partiti, tra chi è intervenuto per difendere Roccella, e chi si è ‘schierato dalla parte di Nicola Lagioia, il direttore editoriale del Salone del Libro di Torino, che ha dichiarato a proposito: “La contestazione fa parte della democrazia”. Lagioia ha anche definito la manifestazione di dissenso “legittima” e “pacifica”, provando successivamente a invitare sul palco un rappresentante degli attivisti, così da intavolare un dialogo costruttivo con la ministra Roccella. Tra coloro che sono intervenuti sull’accaduto a margine dell’episodio, anche Vittorio Sgarbi, sottosegretario alla Cultura.

Le dichiarazioni di Sgarbi

Al Salone del Libro, Vittorio Sgarbi ha commentato la contestazione di ieri alla ministra Roccella, attaccando Lagioia: “La censura, anche se fatta con buone intenzioni ma sbagliando obiettivi, ha portato al ridicolo Levi, in questo caso è la seconda volta che Lagioia è al centro di un caso inquietante. La prima la censura per l’editore Altaforte perché editore fascista, peccato però che avesse fatto un libro di un’intervista a un esponente del Governo, il ministro Salvini. Quindi non far parlare non un editore ma un ministro mi sembrava una cosa molto forte. E la stessa cosa con la Roccella, che è l’autore di un libro e quindi ha diritto di presentarlo. Lagioia non doveva essere lì, come lui ha fatto, a garantire l’equidistanza e il dibattito fra due parti, perché la parte è una, quella del libro, che doveva essere libero, è questo che gli ha rimproverato, magari in modo un po’ sguaiato Montaruli“.

 

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