Reddito di cittadinanza, perché Matteo Renzi vuole abolirlo?

Ancora una volta il reddito di cittadinanza si trova al centro di una polemica. A far discutere sono alcune recenti dichiarazioni di Matteo Renzi sulla misura, che nelle ultime hanno monopolizzato l’attenzione degli utenti di Twitter. Ieri, durante un incontro con i giovani di Confindustria, l’ex premier ha annunciato che nel 2022 Italia Viva proporrà una raccolta firme per un referendum con cui abrogare il reddito di cittadinanza. La volontà di proporre una simile iniziativa nasce dalla convinzione che la misura di politica attiva abbia fallito (“lo dicono i numeri”, spiega Renzi) e invii messaggi sbagliati” ai cittadini. In particolare educherebbe i giovani “a vivere di sussidi e non di sudore”. Italia Viva propone di aiutare solo chi è davvero in difficoltà. Per tutti gli altri bisogna “incentivare il lavoro e non l’assistenzialismo”.

Reddito di cittadinanza, Renzi: “Non presenteremo una proposta in Cdm”

La scelta di lanciare la raccolta firme per il referendum abrogativo nel 2022, dopo l’elezione del presidente della Repubblica, nasce dalla volontà di non togliere spazio alla discussione sulla giustizia. “La battaglia del referendum sul reddito di cittadinanza la faremo nel 2022, lasciando in pace il governo”, ha dichiarato Renzi. L’ex premier ha specificato che Italia Viva non presenterà “una proposta in Consiglio dei Ministri. Durante il suo discorso, Renzi si è anche soffermato su quelli che, dal suo punto di vista, sono i difetti della misura. “Il governo Conte-Di Maio-Salvini ha prodotto il reddito di cittadinanza, una misura ridicola. Un conto è dare una mano a chi è in povertà, un altro è dire ‘diamo il reddito di cittadinanza come modello culturale’”.

Laforgia: “Quanto disprezzo si può provare per i giovani in difficoltà?”

L’idea di Renzi è stata ampiamente criticata dal senatore di Liberi e Uguali Francesco Laforgia. “Matteo Renzi lancia l’idea di un referendum per abrogare il reddito di cittadinanza. Lo fa a un convegno di Confindustria. Dice di voler educare i giovani al sudore e non ai sussidi. Con una disoccupazione giovanile superiore al 30%. Con una povertà dilagante. Con una dispersione scolastica in costante aumento. Con una mobilità sociale praticamente inesistente”, ha dichiarato. “Per anni, i giovani di questo Paese, quelli a cui le proprie famiglie hanno potuto dare delle prospettive ma soprattutto coloro che provengono da contesti di povertà maggiore, hanno avuto due possibilità: accontentarsi di salari da fame o emigrare all’estero. Questa è la realtà del Paese. Per cui vorrei fare a Renzi una sola domanda: quanto disprezzo si può provare per i giovani in difficoltà?”, ha concluso Laforgia.

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