Quirinale: vertice Fdi a Roma, Fi con Berlusconi, Draghi divide Pd e M5S

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In attesa della convocazione di martedì 24 gennaio, i partiti scaldano i motori in vista del voto per il Quirinale. Oggi, 19 gennaio, alle 13 a Roma è iniziato l’esecutivo di Fratelli d’Italia per discutere dell’elezione del prossimo Presidente della Repubblica. Presenti la leader Giorgia Meloni, il capogruppo alla Camera, Francesco Lollobrigida, Ignazio La Russa e gli altri vertici del partito.

La Russa (Fdi): “Se ci sono le condizioni, Berlusconi è il candidato da votare”

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“Oggi stiamo valutando la situazione. La nostra disponibilità è tesa a mantenere unito il centrodestra e a dare all’Italia un presidente che faccia l’interesse della nazione – ha dichiarato La Russa -. Riteniamo che se ci sono le condizioni Berlusconi è il candidato da votare, stiamo aspettando che queste condizioni vengano verificate”.

Lollobrigida (Fdi): “Prodi e Napolitano non furono candidati condivisi”

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“Fratelli d’Italia ha ottenuto un voto positivo all’unanimità sulla possibilità di tutti i 1.009 grandi elettori di eleggere il Presidente della Repubblica – ha commentato Lollobrigida al termine dell’esecutivo -. Nelle prossime ore attendiamo il vertice del centrodestra. La sinistra è una vita che vuole togliere Berlusconi. Non mi pare che quando il centrosinistra ha proposto Prodi e Napolitano fossero candidati condivisi, è loro auspicio ma il centrodestra deciderà insieme che proposta fare”.

Rampelli (Fdi): “Berlusconi? Dobbiamo verificare i numeri insieme”

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Al termine del vertice del partito è intervenuto anche il deputato Fabio Rampelli“L’esecutivo di Fdi è andato bene. Non è cambiato nulla rispetto al fatto che il centrodestra rimarrà compatto. Berlusconi ci farà sapere qual è lo stato dell’arte rispetto alla sua candidatura. C’è una direttiva principale che è rappresentata dalla candidatura di Berlusconi, per la quale dobbiamo verificare i numeri insieme. La posizione del Quirinale non può essere monopolizzata dal Pd”, ha chiosato.

Tajani (Fi): “Operazione scoiattolo fallita? Il Cavaliere è ancora in campo”

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Di Quirinale ha parlato anche il vicepresidente e coordinatore nazionale di Forza Italia, Antonio Tajani. “L’operazione scoiattolo è fallita? Silvio Berlusconi è ancora in campo, quando deciderà di sciogliere la riserva capiremo il da farsi. Il Quirinale non si fa con i veti e il Presidente a prescindere non ha bisogno di alcun portavoce. I grandi elettori positivi? Abbiamo preparato una proposta, bisogna garantire a tutti il diritto esprimere la propria preferenza di voto per il Presidente della Repubblica.

Orlando (Pd): “Il premier è un’opzione, ma non è momento di fare nomi”

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Commentando l’ipotesi che l’attuale presidente del Consiglio, Mario Draghi, traslochi al Colle, il ministro del Lavoro in quota Partito democratico, Andrea Orlando, ha dichiarato: “È ancora una opzione in campo e lo sarà fino al momento della decisione finale. Però, come ha invitato a fare Letta non è il momento di fare dei nomi. Se non vogliamo che questi mesi siano gettati via e non si arrivi ad una frattura, dobbiamo ritrovare il dialogo ed un confronto come ci ha invitato a fare Mattarella un anno fa. Se si va verso una frattura, sarà difficile mantenere l’unità”, ha chiosato Orlando uscendo dalla sede nazionale dell’Inps in piazza Colonna a Roma.

Toninelli (M5s): “Draghi al Quirinale è rischio e danno per il Paese”

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Secondo il senatore del Movimento 5 Stelle Danilo Toninelli, invece, l’addio di Draghi “dal Governo, senza aver completato la campagna vaccinale e il Pnrr, è un rischio e danno al Paese. Qualcuno vuole bloccare il Paese? Per la tenuta dell’Italia spero vivamente che il nome per il Pd non sia Draghi. Il fatto che Berlusconi si è tolto dal tavolo non è un risultato – ha aggiunto parlando con i cronisti fuori da Palazzo Madama -. Questo non vuol dire che accetteremo qualsiasi nome. Aspettiamo che Conte ci faccia sapere come muoverci. La soluzione migliore è che si mantenga Mattarella al Quirinale e Draghi a Chigi”.

“Caso Grillo? Da ministro mai ricevute richieste di favori da concessionari”

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Toninelli è poi intervenuto sul caso del fondatore del M5S, Beppe Grillo, indagato a Milano per traffico di influenze illecite“Non ho mai ricevuto alcuna richiesta di favore da fare ad alcun concessionario – ha detto -. Inoltre, non ho mai aiutato alcun concessionario da ministro. Parlano i fatti del mio operato: zero proroghe e gara pubblica. Onorato voleva mantenere la concessione, ma io gli ho detto di ‘no’ alla proroga e ho avviato la nuova gara. Mi attaccarono perché mi dissero che ero stato troppo severo. Non ho mai lavorato per farmi amici potenti. Ho la massima fiducia in Grillo e Casaleggio.

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