Palamara scende in politica: “Mi candido a Roma da libero cittadino”

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Nel corso della conferenza stampa organizzata presso la sede dei Radicali Italiani a Roma, l’ex presidente dell’Anm, Luca Palamara, ha annunciato la sua candidatura alle elezioni nel collegio uninominale di Primavalle nella Capitale, che si terranno il prossimo ottobre assieme alle comunali. “Mi candido da libero cittadino con mio simbolo“, ha dichiarato. Sul simbolo spicca la dea della giustizia e un hashtag tricolore. Al termine della conferenza stampa, l’ex magistrato ha firmato i quesiti referendari sulla giustizia, promossi dai Radicali Italiani.

Palamara, un “ex magistrato” che non si sente ex

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Io non voglio sentirmi un ex e ricorrerò alla Corte europea dei diritti dell’uomo. Sarà un percorso lungo, ma oggi sento di dover dare seguito al mio racconto. Anche per dare un’ulteriore incentivo per quanto riguarda la campagna referendaria. Per questo ho deciso di candidarmi alle suppletive di Roma“, ha spiegato Palamara.

Così potrò rispondere alle esigenze di tanti cittadini e potrò portare avanti una battaglia per una giustizia giusta“, ha quindi aggiunto Palamara a margine della conferenza stampa indetta nella sede dei Radicali Italiani a Roma per annunciare la sua candidatura alle elezioni nel collegio uninominale di Primavalle. Nessuna affiliazione a forze politiche già esistenti da parte sua. “Il mio riferimento sono i cittadini, senza distinzione tra destra e sinistra. Ma rimango a disposizione“, ha precisato.

I perché delle firme al referendum sulla giustizia

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Palamara, come già detto, ha firmato il referendum sulla riforma della giustizia. Una scelta che ha motivato così: “Ho firmato per il referendum sulla giustizia, tranne il quesito riguardante la responsabilità civile dei magistrati. Ritengo che ci sia la necessità di rivisitare questo istituto“.

Riguardo alla vicenda dei colleghi milanesi, io sono uno spettatore. Ma la ritengo strettamente collegata ad un tratto della mia. E si tratta di quella che riguarda la nomina del Procuratore di Roma. Davigo votò per uno dei concorrenti, e poi improvvisamente cambiò il suo voto. È arrivato il momento di rendere chiare le motivazioni sul perché accadde, sul perché ci fu lo screzio con il consigliere Ardita e perché quest’ultimo fu uno dei primi nomi consegnati da Davigo“, ha concluso Palamara.

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