Non solo Santori: le gaffe dei politici in campagna elettorale

Affrontare una campagna elettorale si sa, è stressante. Sia per gli elettori indecisi su chi appoggiare sia per i candidati stessi che, traditi dalla pressione, a volte si lasciano andare a qualche gaffe di troppo. L’ultima è stata quella di Mattia Santori, portavoce del Movimento delle sardine e candidato alle comunali di Bologna da indipendente nella lista del Partito democratico.

In un video pubblicato sui social, infatti, Santori ha voluto denunciare una criticità presente nella sua città, ossia il traffico in tilt di via Saragozza a causa della partita del Bologna. Peccato che, come qualcuno ha fatto notare, per girare quelle immagini il leader delle Sardine ha percorso in contromano a bordo del suo scooter un tratto della corsia riservata agli autobus. Travolto dalle critiche, ha infine deciso di rimuovere il video dai social.

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Le gaffe di Conte a Roma e Milano

Ma quella di Santori non è che l’ultima di una lunga serie di gaffe. Che non sono mancate nemmeno in questa campagna elettorale. Si pensi ad esempio all’ex premier Giuseppe Conte, attuale leader del Movimento 5 Stelle. Durante il suo tour per le amministrative, infatti, a Roma è scivolato sul delicato tema delle partecipate pubbliche, confondendo Atac e Ama.

E non è andata meglio a Milano, dove Conte ha confuso perfino il nome della ‘sua’ candidata sindaca. Così l’aspirante prima cittadina in quota M5S è stata ribattezzata da Layla Romano anziché Layla Pavone. A sua discolpa, però, l’ex premier ha subito ammesso di essere emozionato al suo arrivo nel capoluogo lombardo. Che sia stata proprio l’emozione a giocargli questo brutto scherzo?

Grammatica, latino e geografia

Tornando indietro di appena un anno, troviamo la gaffe ‘geografica’ dell’ex candidata governatrice del centrodestra in Emilia-Romagna, Lucia Borgonzoni. Durante una trasmissione televisiva, infatti, è inciampata sui confini territoriali della regione che aspirava a governare: “L’Emilia-Romagna confina con il Trentino, ha detto. La frase, in realtà, risale a qualche mese prima del voto, ma è più volta tornata durante l’intera campagna elettorale.

Il ‘picco’ di gaffe, però, risale a pochi anni fa: alle elezioni politiche del 2018. In quel caso gli scivoloni hanno riguardato tutti, da destra a sinistra. Basti pensare agli errori con i congiuntivi dell’attuale ministro degli Esteri (all’epoca capo politico dei 5 Stelle), Luigi Di Maio. Il più celebre è forse quello commesso durante una trasmissione televisiva in Liguria parlando della posizione del M5S sull’euro: “Io da sempre ho sempre detto che, il Movimento ha sempre detto che noi volessimo fare un referendum sull’euro (sic)”.

Ma c’è anche Silvio Berlusconi, leader di Forza Italia, che durante quella campagna elettorale è scivolato sul latino. Parlando del nome del candidato premier del suo partito, ha risposto: “Sarà assolutamente un uomo. Non posso dire ancora il nome, perché ho un patto d’onore con il candidato de cuius. Peccato che il “de cuius” latino sia un’ellissi della locuzione “is de cuius hereditate agitur”, che fa riferimento all’eredità lasciata da un defunto.

Le sviste sui manifesti elettorali

Ultimo capitolo, quello dei manifesti elettorali. Ad esempio quelli della Lega di Matteo Salvini, solcati dal celebre slogan “Prima gli italiani”. Peccato che, come rivelato da The Vision, le persone sui manifesti fossero tutt’altro che di nazionalità italiana. Assieme a un’immagine del sindaco Pd di Pesaro, Matteo Ricci, al tempo promossa dalla pagina Facebook ‘Matteo Renzi News’ è invece comparso un neologismo alquanto insolito: “Rimbocchiamoci le mani”. Infine, l’allora candidata dem alla Camera Francesca Barra è comparsa su una foto social corredata da svista grammaticale (del grafico): “Un opportunità”, senza apostrofo.

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