Di Maio scherza sulla sua tintarella, Usa non ci stanno: “È razzismo”

Luigi Di Maio è diventato suo malgrado virale in occasione dell’incontro a Roma con il ministro degli Esteri della Cina, Wang Yi. Il motivo non è stato però il contenuto del suo discorso o l’opportunità di ospitarlo (nella stessa Capitale ci sono state proteste della comunità di Hong Kong), bensì la sua abbronzatura. La sua eccessiva tintarella non è sfuggita ai buontemponi del web, che hanno generato un autentico uragano di meme. Il problema è che lo stesso ministro degli Esteri li ha ricondivisi, una scelta che all’estero non è piaciuta affatto.

 

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Ragazzi… prometto che la prossima estate metterò la crema 50. E grazie per avermi reso questa giornata più leggera 😂

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Di Maio e la ricondivisione contestata

Se infatti Di Maio ha deciso di dimostrare autoironia ripubblicando i fotomontaggi che lo immortalano con quella che a tutti gli effetti è una “blackface”, soprattutto negli Stati Uniti non ci hanno trovato nulla da ridere. Specie in questo particolare periodo storico, caratterizzato da gravi tumulti dopo la morte di George Floyd e il grave ferimento di Jacob Blake.

In particolare è stato il ‘New York Times’ a mettere nel mirino Di Maio, in un lungo articolo firmato da Emma Bubola e Gaia Pianigiani. “Negli Stati Uniti chi fa ironia sulla blackface si dimette, o lo licenziano – si sottolinea –. Alcuni hanno sostenuto che rilanciare quelle immagini evidenzia la visione provinciale di Di Maio sul mondo. Una visione che non considera il dibattuto globale sul razzismo, in corso fuori dall’Italia. Altri invece ritengono che tali meme ignorino le discriminazioni subite dai neri in Italia, dove spesso migranti africani sono vittime di violenza e intolleranza“.

La scrittrice severissima e la difesa del portavoce

Addirittura più severa con Di Maio è Igiaba Scego, scrittrice italo-somala interpellata dal ‘NY Times’. “In altri Paesi, tutti sanno che pratiche come la blackface portano alla violenza. Ma in Italia, che mai ha fatto i conti con il suo passato coloniale e fascista, l’argomento non viene trattato seriamente. Anzi, il ministro ci ride su“.

A difesa di Di Maio è quindi intervenuto il suo portavoce Augusto Rubei: “Il ministro è categoricamente contrario a qualsiasi forma di discriminazione o violenza razziale. Si trattava di un post autoironico, in Italia da nessuno associato al razzismo. Inoltre lui non si è dipinto la faccia di nero, ma era davvero abbronzato“. Ma le polemiche, facilmente, non si chiuderanno qui.

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