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POLITICA

Cottarelli, quali sono le differenze con Schlein che hanno portato alla fuoriuscita dal Pd?

Proseguono gli addii all’interno del Pd, dovuti alla distanza esistente tra le posizioni della segretaria Elly Schlein e quelle di alcune anime del partito. Dopo Enrico Borghi, Andrea Marcucci, Giuseppe Fioroni e Caterina Chinnici, anche il senatore Carlo Cottarelli ha scelto di andarsene. Entrato nel Pd relativamente da poco, l’economista aveva in passato ricoperto l’incarico di Commissario straordinario per la spending review durante il governo guidato da Matteo Renzi. A fine aprile aveva dichiarato quanto segue ai giornalisti che gli avevano chiesto un commento sulle recenti fuoriuscite dal partito: “La mia posizione è chiara. Il Pd si è spostato a sinistra e seguo la vicenda. Una cosa è sicura, non cambio il gruppo parlamentare, ma vediamo come si evolve la questione”.

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Le ragioni della scelta di Cottarelli

Dopo aver annunciato le sue dimissioni da senatore, Cottarelli ha svelato che nei prossimi mesi dirigerà un programma dell’Università Cattolica rivolto agli studenti delle scuole superiori. Ma dietro la scelta di lasciare il Pd non c’è solo la proposta arrivata dall’ateneo milanese. Come spiegato dallo stesso Cottarelli in una lettera invitata a Repubblica, l’arrivo di Schlein ha allontanato il Pd dalle idee liberaldemocratiche per le quali si è sempre battuto. “Ho grande stima di Elly Schlein e non credo che sbagli a spostare il Pd verso sinistra. La scelta alle primarie è stata netta e i sondaggi la premiano. Un Pd più a sinistra può trasmettere un messaggio più chiaro agli elettori, cosa essenziale per un partito politico”.

L’addio di Cottarelli è anche una questione di “merito”. Questo principio, presente nel documento dei valori del Pd nel 2008, è assente sia in quello approvato a gennaio 2023 sia nella mozione Schlein per le primarie. Inoltre, l’economista ha dichiarato di non aver “condiviso le posizioni prese dal Pd” sul Jobs Act, molto criticato da Schlein, “sull’aumento delle accise sui carburanti, sul freno al Superbonus e sul compenso aggiuntivo per gli insegnanti che vivono in aree dove il costo della vita è alto, come suggerito da Valditara”. Cottarelli ha ammesso di avere posizioni diverse dalla segretaria “anche sui termovalorizzatori, sull’utero in affitto e in parte anche sul nucleare”.

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Cottarelli: “Troppa animosità nella vita parlamentare”

Un’altra questione che ha spinto Cottarelli a rassegnare le dimissioni è l’intensità degli scontri in parlamento tra forze opposte, arrivata a livelli piuttosto elevati. “In questo momento storico mi sembra che nella vita parlamentare ci sia molta, troppa animosità. Spesso le posizioni sono espresse ‘per partito preso’ e i dibattiti sono solo un’occasione per attaccare l’avversario”. Pur riconoscendo che in questo momento storico una forte contrapposizione tra la maggioranza e l’opposizione è “probabilmente inevitabile”, Cottarelli ha dichiarato che “i dibattiti estremizzanti” non sono nelle sue corde e vuole tenersene lontano. “Forse, nel mio piccolo, posso essere più utile al Paese tornando a commentare le politiche economiche dall’esterno, dicendo quello che penso senza il rischio di autocensurarmi”, ha aggiunto.

Rifiutata l’offerta di unirsi a un altro partito

Nel corso di un’intervista al programma Che tempo che fa, Cottarelli ha rivelato di aver ricevuto un’offerta per cambiare gruppo parlamentare invece di dimettersi e ha lasciato intendere che potrebbe essere arrivata dal Terzo Polo. Questa strada, simile a quella intrapresa da Enrico Borghi, non gli è però sembrata quella corretta. “Non sarebbe giusto, anche perché sono stato eletto con il proporzionale e quindi senza una scelta diretta sul mio nome da parte degli elettori. Il primo dei non eletti mi sostituirà senza perdite di seggi per il Pd. Mi sembra la scelta più corretta. Fra l’altro la prima non eletta è una persona molto brava, Cristina Tajani, che insegna al Politecnico di Milano ed è anche abbastanza vicina all’area di Elly Schlein. Poi è una donna, si migliora anche la parità di genere”.

Alessandro Bolzani

Cresciuto a pane e libri, nutro da sempre una profonda passione per la scrittura e il mondo dei media. Dal 2018 sono redattore (o copywriter, come dicono quelli bravi) per alcuni grandi editori italiani occupandomi principalmente di salute e benessere, scienze e tecnologia. Nel 2019 ho debuttato come autore con il romanzo urban fantasy "I guardiani dei parchi", edito da Genesis Publishing.

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