Comizio del centrodestra in diretta su Rai News 24, perché violerebbe le regole della par condicio?

Nelle ultime ore ha fatto parecchio discutere la scelta del canale Rai News 24 di trasmettere in diretta il comizio del centrodestra svolto a Catania in occasione dell’ultimo giorno della campagna elettorale del candidato sindaco Enrico Trantino in vista delle elezioni amministrative. Questa linea di condotta violerebbe le regole della par condicio, in quanto non è stata data la stessa visibilità alle iniziative delle altre forze politiche (come previsto dalle apposite leggi). Vari gruppi parlamentari hanno segnalato la situazione alla Commissione di Vigilanza Rai, che non ha tardato a rilasciare una dichiarazione.

Apprendo dalle segnalazioni di diversi gruppi parlamentari che su RaiNews24 sarebbe andato in onda in diretta il comizio organizzato dal centrodestra a sostegno del candidato sindaco di Catania. La Commissione di Vigilanza valuterà con estrema attenzione questo caso per tutti i profili di competenza. Si potrebbe profilare una violazione importante della par condicio e del pluralismo che il servizio pubblico non si può assolutamente permettere”, ha affermato Barbara Floridia, la presidente della Commissione di Vigilanza Rai.

Barbara Floridia
Foto | ANSA/FABIO FRUSTACI

Le reazioni politiche al comizio trasmesso in diretta

A parlare di “gravissima violazione da parte di Rai News 24 della par condicio nell’ultimo giorno di campagna elettorale per le amministrative in Sicilia” sono i parlamentari del Pd della commissione di Vigilanza Rai, ossia Furlan, Nicita, Bakkali, Verducci, Peluffo, Zingaretti, Graziano e Barbagallo. Nella loro nota si legge anche che “la nuova Rai diventa TeleMeloni. Abbiamo presentato un esposto urgente ad Agcom e un’interrogazione parlamentare. Mai il servizio pubblico era caduto così in basso nella parzialità politica. È tv di regime”.

Come funziona la par condicio?

La legge numero 249 del 1997 e il decreto legislativo numero 208 dell’8 novembre 2021 (il testo unico dei servizi di media audiovisivi) hanno individuato nella tutela del pluralismo uno dei compiti principali dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom) nel settore radiotelevisivo. Facendo distinzione tra due periodi ben diversi, quello elettorale e quello non elettorale, la legge n.28/2000 ha stabilito che la Commissione parlamentare di Vigilanza e l’Agcom sono chiamate a dettare le disposizioni attuative della normativa primaria. Semplificando, gli organi competenti sono chiamati a sorvegliare in modo tale che non occorrano comportamenti contrari ai principi di parità di trattamento delle forze politiche e di imparzialità dell’informazione. È sbagliato, per esempio, organizzare un unico confronto riservato a quelli che sono considerati i leader politici dei principali schieramenti, in quanto si finisce per mettere in ombra i rappresentanti degli altri partiti.

Una puntata di Porta a Porta
Foto | ANSA/GIUSEPPE LAMI

Queste regole si applicano in modo diverso per la Rai e le emittente private. Sui canali del servizio pubblico è prevista “la presenza paritaria” dei partiti, ma lo stesso non vale per gli altri. Quest’ultimi devono comunque rispettare delle generiche raccomandazioni di imparzialità, pluralità e obiettività, ma non sono obbligati a concedere gli stessi spazi a tutti i partiti. Per l’Agcom, queste trasmissioni “si conformano con particolare rigore ai principi di tutela del pluralismo, dell’imparzialità, dell’indipendenza, dell’obiettività, dell’equilibrata rappresentanza di genere e dell’apertura alle diverse forze politiche assicurando all’elettorato la più ampia informazione sui temi e sulle modalità di svolgimento della campagna elettorale, evitando di determinare, anche indirettamente, situazioni di vantaggio o svantaggio per determinate forze politiche”.

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