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Il vicepresidente di CasaPound, Simone Di Stefano, lo dice chiaro e tondo: il movimento non ha intenzione di lasciare lo stabile occupato in via Napoleone III, a Roma. Dopo la diffusione della notizia della notifica di un presunto ordine di sgombero, Di Stefano risponde in maniera perentoria: “Non c’è nessun foglio, nessun sequestro. Quando arriverà, faremo ricorso. Ci sono decine di immobili a Roma occupati e posti sotto sequestro dove sono ancora dentro le famiglie e che non sono stati sgomberati. Con questa operazione, che è un attacco politico, si vuole portare CasaPound in cima alla lista degli sgomberi da fare. Ma non c’è nessuno sgombero in atto e attualmente non è stata notificata nessuna richiesta di sequestro. Noi non sappiamo niente, neanche dell’indagine di cui si parla. Sappiamo soltanto che questo è un attacco che proviene dalla magistratura di sinistra, proviene dal successore di Palamara all’Anm“, il suo affondo.
Il leader di CasaPound ribadisce il concetto ai giornalisti assiepati sui marciapiedi sotto la sede del movimento. “Non abbiamo intenzione di ascoltare Virginia Raggi o di ascoltare le sue offerte a proposito di quello che vuole fare di questo palazzo. Anche perchè in un’altra palazzina che difendevamo, che era quella di via del Colosseo, le famiglie sono state mandate in campeggio o in un campo nomadi, quindi non so quali strutture recettive possa offrire il comune di Roma – continua Di Stefano -. Siamo qui da 16 anni, mi pare, e abbiamo intenzione di restare qui ancora. Se qualcuno deciderà di fare questo sgombero, vedremo poi cosa succederà il giorno dello sgombero. Noi abbiamo ovviamente intenzione di mantenere l’occupazione e di mantenere il palazzo. Se si vuole trovare una soluzione questo è un palazzo pubblico, lo si può assegnare tranquillamente alle famiglie che vivono qui dentro“, conclude il vicepresidente di CasaPound.
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