Afghanistan, Lamorgese: “Paesi Ue disponibili ad accogliere chi fugge”

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I ministri degli Interni dei Paesi dell’Unione Europea hanno “approvato un testo che rispetto a quello previsto” vede l’aggiunta di “un riferimento alla minaccia ibrida e a un Forum per quanto riguarda i reinsediamenti che dovrebbe tenersi a breve”. Così la ministra dell’Interno italiana, Luciana Lamorgese, al termine del Consiglio straordinario Affari Interni dell’Ue sull’Afghanistan.

Lamorgese ha poi aggiunto che “tutti i Paesi” hanno manifestato “la piena disponibilità a un approccio completo di quelli che sono i flussi da parte degli afghani”; ma anche “a partecipare anche all’accoglienza di persone che fuggono da situazioni difficili. Però, è stato fatto, nello stesso tempo, un riferimento a tutte le rotte. Quindi, una attenzione particolare da parte di tutti i Paesi, da parte della Commissione europea, a tutte le altre rotte che comunque hanno delle complicazioni analoghe e che sono determinate da situazioni contingenti”.

Afghanistan, Lamorgese: “Flussi migratori? Problema complesso”

Secondo la titolare del Viminale, si tratta infatti di “un problema molto complesso e perciò è da osservare “nella sua interezza”. Nel frattempo, la situazione in Afghanistan appare più preoccupante che mai. Si teme infatti un forte incremento della presenza di terroristi di matrice islamica nel Paese. Lo dimostra il recente allarme del Pentagono Usa, secondo cui gli ‘irriducibili’ dell’Isis-K presenti sul territorio afghano sarebbero almeno duemila. C’è poi il ritorno a Nangarhar di Amin ul-Haq, ex capo della sicurezza di Osama bin Laden.

Anche dal punto di vista umanitario la situazione è destinata a peggiorare. Secondo l’Unicef, ad esempio, ci sono ancora molti minori non accompagnati nei pressi dell’aeroporto di Kabul. Si tratta di minori che hanno perso tutto e sono stati spettatori delle più atroci violenze. E l’agenzia Onu lancia l’allarme: se i Paesi occidentali non interverranno tempestivamente in Afghanistan, “due milioni di bambini resteranno senza acqua potabile a causa della grave siccità“.

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