Wagner annuncia il ritiro da Bakhmut e attacca Mosca

Dopo i recenti attacchi al Cremlino registrati mercoledì 3 maggio, e per i quali Mosca ha accusato Kiev – che ha prontamente smentito per voce di Mykhailo Podoliak, consigliere di Volodymyr Zelensky -, sembrano esserci nuovi grattacapi in Russia. Se la dinamica di quanto successo al Cremlino è ancora da chiarire, tra una smentita e un’accusa, nella giornata di venerdì 5 maggio Yevgueni Prigozhin, capo del gruppo di mercenari Wagner, ha minacciato di ritirare le sue unità da Bakhmut, città ucraina che si trova nella regione orientale di Donetsk. 

Il messaggio è stato diffuso dallo stesso Prigozhin attraverso il suo canale Telegram. Il ritiro delle truppe sarebbe previsto per mercoledì 10 maggio: il motivo dietro il gesto? La mancanza di munizioni e il numero elevato di vittime tra le proprie unità. “A nome dei combattenti Wagner e del loro comando”, ha dichiarato Prigozhin, “il 10 maggio 2023 saremo obbligati a cedere le posizioni nella città di Bakhmut a unità del ministero della Difesa e a spostare i combattenti nelle retrovie per leccarci le ferite”. Successivamente, rivolgendosi “al capo di stato maggiore, Valery Gerasimov, al ministro della Difesa, Sergei Shoigu, al comandante in capo, Vladimir Putin, e al popolo russo”, ha dichiarato: “Ritiro le unità del Gruppo Wagner da Bakhmut perché con la mancanza di munizioni sono condannate a una morte insensata”.

Vladimir Putin
Vladimir Putin | Pixabay @DimitroSevastopol

Cosa succede tra le fila russe

Secondo quanto dichiarato da Prigozhin, i suoi uomini avrebbero solo il 10% delle munizioni necessarie per affrontare i combattimenti. Perciò, ha chiesto al Capo di Stato Maggiore dell’Esercito di “autorizzare il passaggio delle posizioni che Wagner occupa nella città di Bakhmut a reparti dell’Esercito russo, e di comunicare la data in cui ci cambieranno in queste posizioni”. Successivamente, il capo del gruppo di mercenari ha mostrato una fila di cadaveri, i suoi uomini, stesi a terra. Lì è tornato ad attaccare: “Non dandoci munizioni non ci state impedendo di vincere, stai privando la Russia della vittoria”. Infine, Prigozhin ha ricordato che attualmente, della città assediata, restano da conquistare ancora pochi chilometri. Le vittime, se si fossero ricevute le munizioni adeguate, sarebbero state cinque volte inferiori. In tutto questo Dmitri Peskov, portavoce del Cremlino, non ha rilasciato alcun commento. 

Guerra in Ucraina
Guerra in Ucraina | Foto Ansa

Le accuse di Prigozhin

Gravi, e pesanti, le accuse di Evgheni Prigozhin, il fondatore di Wagner, che senza mezzi termini ha accusato lo Stato maggiore di Mosca di avere le ‘mani sporche di sangue’. Per Prigozhin questo sarebbe responsabile di “decine di migliaia di morti e feriti” russi in Ucraina. In un nuovo video diffuso qualche ora dopo il primo, in cui minacciava il ritiro delle sue truppe da Bakhmut, il fondatore di Wagner ha affermato: “Si assumeranno la responsabilità di decine di migliaia di morti e feriti di fronte alle loro madri e ai loro bambini”.

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