Usa, Trump ricoverato con febbre:
ma mantiene i pieni poteri

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Donald Trump è stato trasportato nelle scorse ore all’ospedale Walter Reed Medical Center, vicino a Washington, “come misura precauzionale”, in seguito all’infezione di Covid-19. Il presidente degli Stati Uniti è salito a bordo, vestito con il solito completo blu, sull’elicottero Marine One, dopo aver passato l’intera mattinata e il pomeriggio in quarantena alla Casa Bianca. Subito dopo è stato diffuso un breve video in cui il presidente annuncia: “Sto andando al Walter Reed Hospital; faremo in modo che le cose vadano al meglio. La First Lady sta molto bene. Ringrazio tutti, non lo dimenticherò mai”.

In un altro tweet Trump scrive: Sta andando bene, credo. Grazie a voi tutti, con affetto!!!”. Fonti anonime dell’amministrazione Usa, citate da Cnn e Nbc News, riferiscono che il presidente Donald Trump è “molto stanco, molto affaticato e con qualche difficoltà a respirare. Secondo un’altra fonte invece, Trump “per ora sta bene, ma la nostra paura è che le cose possano cambiare rapidamente.

Donald Trump, 74 anni, e la First Lady Melania, 50, sono risultati positivi al Covid-19 nella notte tra l’1 e il 2 ottobre. Era stato lo stesso presidente ad annunciarlo via Twitter all’una di notte. La coppia presidenziale era stata immediatamente posta in quarantena. Il suo medico personale, Sean Conley, ha fatto sapere: “Per i prossimi giorni il presidente continuerà a lavorare negli uffici dell’ospedale; mostra segni di stanchezza, ma conserva un buono spirito”. Secondo alcune fonti citate dalla Cnn il leader americano avrebbe la febbre. Il dottor Conley ha anche spiegato che Trump è stato subito trattato “con una singola dose di 8 grammi di Regeneron, un cocktail di anticorpi policlonali”. Gli esperti spiegano che si tratta di una terapia sperimentale, spesso adottata per studiare le reazioni dei pazienti al Covid.

Le ipotesi choc dagli Usa: “Cosa succede se Trump morisse?”

Kayleigh McEnany, portavoce dello Studio Ovale, ha riferito ai giornalisti: “Posso dire con sicurezza che vedrete e sentirete il presidente mentre procede con il suo programma di lavoro. Stiamo studiando diverse possibilità per farlo. Ma vuole parlare al popolo americano. Nel frattempo, però, tutti gli impegni pubblici sono stati sospesi. A cominciare dai comizi programmati per la campagna elettorale. Quasi sicuramente verrà annullato il secondo dibattito con Joe Biden, in programma il 15 ottobre, a Miami e forse anche quello del 22 a Nashville, in Tennessee.

Niente cessione momentanea di potere, però, almeno per il momento. Ma nel frattempo non sono pochi i media americani che stanno tracciando delle ipotesi riguardo un eventuale decesso di Trump dovuto a complicazioni. Le regole del Partito Repubblicano prevedono che in caso di morte del candidato, la dirigenza tenga una nuova convention nazionale per decidere il nuovo candidato, con modalità simili a quella che si tiene ogni quattro anni nell’estate delle elezioni presidenziali. Lo strafavorito per ottenere la nomination, in quel caso, sarebbe l’attuale vicepresidente Mike Pence, ma la sua nomina non sarebbe automatica. Il partito potrebbe teoricamente scegliere qualcun altro. Dovesse essere scelto Pence, a quel punto bisognerebbe nominare un nuovo candidato vicepresidente. Nella storia degli Stati Uniti è successo solo una volta che un grosso partito abbia dovuto cambiare il proprio candidato vicepresidente a poche settimane dalle elezioni.

In teoria, ma è un’eventualità piuttosto remota, Trump potrebbe vincere le elezioni previste per il 3 novembre ma morire pochi giorni dopo, magari a causa di qualche complicazione: in quel caso il suo vice diventerebbe automaticamente il presidente, fino al momento dell’insediamento del nuovo presidente. Se Trump fosse stato rieletto, il nuovo presidente sarebbe quindi il suo vice Mike Pence.

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