Ucraina, giorno 20: coprifuoco di 36 ore a Kiev, Zelensky: “Non possiamo entrare nella Nato”

Il 21esimo giorno di guerra in Ucraina si apre con nuovi bombardamenti nelle città di Kiev e Kharkiv. Come riporta il servizio di emergenza nazionale, attorno alle 5 di questa mattina almeno tre violente esplosioni sono avvenute in una zona residenziale della capitale. Nell’attacco è stato colpito un palazzo di dieci piani, con le fiamme che hanno avvolto molti appartamenti. Il bilancio è di almeno due morti. E il sindaco Vitali Klitschko ha annunciato che da stasera scatterà un coprifuoco di 36 ore in tutta la città, ormai assediata.

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Almeno altre quattro persone sono invece morte durante i bombardamenti a Rubezhnoye, nell’oblast’ di Luhansk. Gli attacchi russi hanno colpito e distrutto un collegio per non vedenti, un ospedale, tre scuole e altre strutture militari. Lo riporta il Kyiv Independent citando il governatore della regione, Serhiy Haidai. Sale anche il numero dei giornalisti che hanno perso la vita o sono rimasti feriti nei combattimenti. Dopo la morte di Brent Renaud e il ferimento del collega Juan Arredondo, ieri è finito in ospedale anche il corrispondente di Fox News Benjamin Hall.

Nello stesso attacco in cui è rimasto ferito Hall, il cameraman di Fox News Pierre Zakrzewski ha invece perso la vita. L’emittente ha spiegato che il collaboratore aveva una lunga esperienza nei teatri di guerra. “Oggi è un giorno straziante per Fox News Media e per tutti i giornalisti che rischiano la vita per raccontare delle notizie”, si legge in una nota.

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La Russia ha invece rivendicato un attacco di precisione a due veicoli militari ucraini effettuato da un drone sul territorio, senza però specificare la località in cui è avvenuto. In un video si vede il mirino del drone che identifica i veicoli nemici e li fa esplodere. Altre immagini satellitari diffuse dal ministero della Difesa di Mosca mostrano infine l’attacco e la distruzione di alcuni lanciarazzi ucraini.

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Ucraina, continuano gli sforzi diplomatici

Nel frattempo, oggi riprendono in videoconferenza i colloqui fra le delegazioni russa e ucraina per trovare un accordo che metta fine al conflitto. Kiev continua a chiedere un immediato cessate il fuoco e il ritiro delle truppe di Mosca. Pechino, invece, attraverso il direttore della Commissione Esteri del Partito comunista cinese, Yang Jiechi, invita ancora alla “massima moderazione” nella gestione della crisi. Il diplomatico cinese ha anche ammonito gli Usa affinché non diffondano false informazioni per distorcere o screditare la posizione della Cina. Il riferimento è in particolare alla notizia, smentita da Pechino, secondo cui il colosso asiatico sarebbe pronto a fornire alla Russia l’assistenza militare richiesta dal Cremlino.

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Ieri a Roma Jiechi ha partecipato a un vertice di otto ore con il consigliere per la Sicurezza nazionale americano, Jake Sullivan. Quest’ultimo oggi ha invece incontrato a Palazzo Chigi l’ambasciatore Luigi Mattiolo, consigliere diplomatico del presidente del Consiglio, prima di un breve colloquio con il premier Mario Draghi. Intanto, i premier di Polonia, Repubblica Ceca e Slovenia – Mateusz Morawiecki, Petr Fiala e Janez Jansa – sono attesi oggi a Kiev in rappresentanza del Consiglio europeo. “Lo scopo della visita è confermare l’inequivocabile sostegno dell’intera Unione europea alla sovranità e all’indipendenza dell’Ucraina e presentare un ampio pacchetto di sostegno allo Stato e alla società ucraini”, si legge in una nota del governo di Varsavia.

Zelensky: “Non possiamo entrare nella Nato”

Per finanziare la resistenza contro l’invasione russa, il governo ucraino si affida alle criptovalute. L’esecutivo di Kiev, in collaborazione con le piattaforme FTX ed Everstake, ha infatti lanciato un sito per raccogliere donazioni in Bitcoin e altre valute virtuali, così da incanalare risorse verso la banca centrale ucraina. Il presidente Volodymyr Zelensky, intanto, ha presentato un disegno di legge per estendere la legge marziale nel Paese per altri 30 giorni. La norma era stata introdotta lo scorso 24 febbraio.

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Zelensky si è poi rivolto – parlando in russo – direttamente alle truppe di Mosca. “In 19 giorni l’esercito russo ha avuto più soldati morti che nelle due sanguinose guerre in Cecenia – ha detto -. Vi offro una scelta: a nome del popolo ucraino, vi diamo la possibilità di vivere. Se vi arrendete alle nostre forze militari, vi tratteremo come devono essere trattati gli esseri umani: con dignità. Il modo in cui non siete stati trattati dal vostro esercito. E il modo in cui il vostro esercito non tratta la nostra gente. Scegliete.

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Quindi ha ringraziato “quei russi che non smettono di cercare di divulgare la verità, che stanno lottando contro la disinformazione e raccontano fatti reali ai loro amici e alle loro famiglie. Personalmente sono grato a quella donna che è andata nello studio di Channel One con un cartello contro la guerra”. La donna in questione è una dipendente dell’emittente, Marina Ovsiannikova, subito arrestata e della quale si sono ora perse le tracce. Sempre oggi, nel suo discorso online alla Joint Expeditionary Force di Londra, ripreso dall’agenzia Unian, Zelensky ha infine affermato che “l’Ucraina si rende conto che non è nella Nato. Abbiamo sentito per anni parlare di porte aperte, ma abbiamo anche sentito dire che non possiamo entrarci. E dobbiamo riconoscerlo”.

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Parlando dei negoziati, Zelensky ha dichiarato che “la conversazione con il primo ministro israeliano Bennett è stata importante come parte dello sforzo di negoziazione per porre fine a questa guerra con una pace giusta. La nostra delegazione lavora a questo anche negoziando con la parte russa. Va abbastanza bene, mi è stato detto. Ma vedremo, i negoziati continueranno domani”.

Sullo stesso argomento Vladimir Putin, il presidente della Russia, si è scagliato duramente contro l’Ucraina, rea di non essere “seria nel voler trovare una soluzione mutualmente accettabile”. L’accusa è arrivata durante una conversazione con Charles Michel, il presidente del Consiglio Ue.

Russia, dall’Ue stop status nazione più favorita per i commerci

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L’Unione europea, in collaborazione con i paesi del G7 e altri partner (Albania, Australia, Islanda, Repubblica di Corea, Moldavia, Montenegro, Nuova Zelanda, Macedonia del Nord e Norvegia), “smetterà da oggi di trattare la Russia come una delle nazioni più favorite nel quadro dell’Organizzazione mondiale del commercio. Lo ha annunciato il vicepresidente della Commissione responsabile del commercio Valdis Dombrovskis che l’ha definita una decisione senza precedenti e come un “segnale politico della massima portata che in pratica priva la Russia di vantaggi commerciali chiave in quanto membro Omc garantendo che i prodotti delle aziende russe non ricevano più il trattamento di nazione più favorita nelle nostre economie”. I Paesi che imporranno questa scelta sono paesi che gestiscono più del 40% del Pil mondiale, ha concluso.

Cadavere sul marciapiede: la mamma cambia strada per non farlo vedere ai figli

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Sul marciapiede di una strada di Mariupol, in Ucraina, c’è un cadavere. La mamma che sta passando per la via con i propri figli lo vede da lontano e cambia direzione per cercare di non farlo vedere ai piccoli. “Si tratta di nuove realtà di Mariupol, a cui è impossibile abituarsi. Cittadini uccisi nelle strade dei russi. E i vivi che stanno cercando di sopravvivere. Il city-fighter continua a resistere, combattono costantemente la morte e la vita”, scrive l’unità Azov sul proprio canale Telegram.

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Sempre su Telegram è comparso anche un video che mostra i paramilitari del battaglione Azov avvicinarsi a un carro armato russo tra le strade di Mariupol dopo averlo individuato grazie alle telecamere. Una volta trovata la giusta posizione prendono la mira e lo colpiscono fino a distruggerlo.

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