Perché Netanyhau vuole la chiusura dell’Unrwa?

Benyamin Netanyahu continua la sua guerra personale contro Hamas e anche l’Unrwa.

Oltre a voler vincere il conflitto, il premier dello Stato d’Israele continua a richiedere anche la chiusura dell’agenzia dell’ONU, indicata come collaborazionista proprio nei confronti di Hamas.

Netanyahu contro l’Unrwa: il premier vuole dei “funzionari locali” a Gaza

È un passo, a suo modo, storico, quello che ha compiuto ieri sera il primo ministro d’Israele Benyamin Netanyahu.

Il premier israeliano ha infatti presentato formalmente per la prima volta al gabinetto di sicurezza un documento contenente i suoi principi sulla gestione della Striscia di Gaza una volta terminato il conflitto con Hamas.

Israele ha accusato l'Unrwa di avere legami con Hamas
Israele ha accusato l’Unrwa di avere legami con Hamas | Immagine Unsplash @Taylor Brandon – Newsby.it

L’obiettivo di Netanyahu è quello di installare dei “funzionari locali” non legati al terrorismo nella Striscia e di affidare loro l’amministrazione di questo lembo di terra, al posto proprio di Hamas.

Nel dettaglio, il documento in questione riporta come gli affari civili a Gaza dovranno essere gestiti da “funzionari locali” con “esperienza amministrativa”, con tali funzionari che non dovranno essere legati a “Paesi o entità che sostengono il terrorismo”.

Tra le finalità di Netanyahu c’è poi anche la chiusura dell’Unrwa, agenzia che il premier d’Israele ha sempre indicato come in collaborazione con Hamas.

Ricorderete il presunto coinvolgimento di 12 membri proprio dell’Unrwa negli orrori avvenuti lo scorso 7 ottobre, quando Hamas attaccò di fatto Israele.

Ebbene, ora il piano di Netanyahu è quello di sostituire l’agenzia dell’ONU con delle “organizzazioni umanitarie internazionali responsabili”.

Il premier israeliano vuole quindi smantellare la presenza dell’Unrwa dalla Striscia di Gaza al termine della guerra, in quanto ritiene la sua presenza come un segnale di pericolo per il proprio popolo.

Cos’è l’Unrwa e di cosa si occupa

Unrwa è un acronimo che sta per United Nations Relief and Works Agency for Palestine Refugees in the Near East e indica l’agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei profughi palestinesi nel vicino oriente.

Più nel dettaglio, l’Unrwa è un’agenzia di soccorso, assistenza sanitaria, servizi sociali, aiuti emergenziali, istruzione e sviluppo che opera a favore dei rifugiati palestinesi che si trovano in aree specifiche, quali la Giordania, il Libano, la Siria, la Cisgiordania e, ovviamente, la Striscia di Gaza.

Nel corso delle ultime settimane, proprio quest’organizzazione dell’ONU è finita al centro delle critiche, dopo che lo Stato d’Israele ha accusato alcuni dei suoi funzionari di intrattenere dei rapporti con Hamas.

Diversi Paesi nel Mondo hanno quindi deciso di sospendere i propri finanziamenti all’agenzia, in attesa che le indagini possano stabilire se realmente alcuni membri dell’organizzazione siano coinvolti negli attacchi che Hamas ha compiuto il 7 ottobre 2023 contro alcuni civili israeliani (l’Unrwa non va confusa con l’Unhcr, ovvero l’agenzia ONU per i rifugiati che si occupa di tutti gli altri rifugiati nel Mondo).

L’Unrwa è nata l’8 dicembre del 1949, dopo la prima guerra tra Israele e alcuni Paesi arabi, e da allora fornisce assistenza umanitaria ai palestinesi che sono stati costretti ad abbandonare le proprie case e a iniziare a vivere in campi profughi o in territori contesi.

Attualmente sono quasi 6 milioni i palestinesi che l’Unrwa ha registrato come profughi e ai quali l’agenzia fornisce quotidianamente viveri, servizi sociali, sanità, istruzione e lavoro, senza dimenticare anche la cura delle infrastrutture.

Ciò è reso possibile dal contributo offerto da 30.000 dipendenti (per la maggior parte profughi palestinesi).

Restando sui numeri, l’Unrwa oggi dà lavoro a circa 13.000 persone nella Striscia di Gaza, dove i profughi palestinesi registrati sono oltre 1,7 milioni (su una popolazione totale di 2 milioni).

Ciò rende l’Unrwa il principale datore di lavoro in questo territorio, aspetto che preoccupa (e non poco) nel caso in cui Israele dovesse riuscire davvero a scacciare l’organizzazione da quest’area alla fine della guerra.

Netanyahu vuole installare "funzionari locali" non legati al terrorismo per amministrare la Striscia di Gaza al posto di Hamas
Netanyahu vuole installare “funzionari locali” non legati al terrorismo per amministrare la Striscia di Gaza al posto di Hamas | Immagine ANSA – Newsby.it

La sopravvivenza dell’agenzia

È doveroso sottolineare come la sopravvivenza dell’Unrwa sia resa possibile dai finanziamenti che diversi Paesi stranieri effettuano annualmente nelle casse dell’agenzia, tanto che nel solo 2022 queste donazioni hanno costituito il 99,4% del budget annuale dell’organizzazione.

Sempre nello stesso anno l’Unrwa aveva raccolto anche un miliardo di euro, di cui la metà proveniente da Governi di Paesi appartenenti all’Unione Europea e dalla Commissione Europea.

La Nazione che nel 2022 ha donato più soldi all’Unrwa sono stati però gli USA.

Gli Stati Uniti d’America quell’anno hanno infatti sostenuto l’agenzia con 316 milioni di dollari, a cui si sono poi aggiunti i 185 milioni di euro sborsati dalla Germania (due Stati che ora hanno sospeso i finanziamenti).

Chi è sempre stato un oppositore dell’Unrwa è, invece, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, il quale, in più occasioni, ha indicato l’agenzia dell’ONU come un’organizzazione che alimenta la precarietà dei profughi e non come una che l’allevia.

Recentemente il premier israeliano ha poi accusato l’Unrwa di collaborare con Hamas, gruppo radicale che governa dal 2007 l’area della Striscia di Gaza e che Israele (così come altri Paesi nel Mondo) considera a tutti gli effetti un’organizzazione terroristica.

“Chiediamo all’Onu di assumere azioni immediate contro la leadership dell’Unrwa. Per anni abbiamo messo in guardia: l’Unrwa perpetua il tema dei rifugiati, ostacola la pace e serve come braccio civile di Hamas a Gaza. L’agenzia deve pagare un prezzo per le sue azioni. L’Unrwa non è la soluzione”.

Aveva dichiarato lo scorso gennaio il Ministro degli Esteri israeliano, Israel Katz, quando il Governo d’Israele decise di sferrare un attacco diretto contro l’Unrwa.

“È scioccante vedere una sospensione dei fondi in reazione alle accuse contro un piccolo gruppo di dipendenti, soprattutto considerando l’azione immediata intrapresa dall’Unrwa, che ha risolto i loro contratti e chiesto l’apertura di un’indagine trasparente e indipendente. Esorto i Paesi che hanno sospeso i loro finanziamenti a riconsiderare le loro decisioni prima che l’Unrwa sia costretta a sospendere la sua risposta umanitaria. La vita delle persone a Gaza dipende da questo sostegno e così anche la stabilità regionale. L’Ufficio delle Nazioni Unite per i servizi di supervisione interna (Oios), la massima autorità investigativa nel sistema delle Nazioni Unite, è già stato investito di questa questione molto grave”.

Aveva risposto immediatamente il commissario generale dell’Unrwa Philippe Lazzarini, sottolineando la diversità di vedute tra l’agenzia e quanto riportato da Israele.

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