Guerra Ucraina, l’Ue frena sugli aiuti militari

A oltre due anni dall’inizio del conflitto in Ucraina, aumentano i segnali di stanchezza nel fronte degli alleati che dal febbraio del 2021 hanno garantito un flusso ininterrotto di armi a Kiev. A cominciare dall’Europa. Con ogni probabilità l’Ue non riuscirà a consegnare a Kiev il milione di munizioni da artiglieria entro la primavera 2024, come promesso nei mesi scorsi.

Il commissario al Mercato interno Thierry Breton ha chiarito che non è un problema di capacità produttiva. “È necessario che gli Stati procedano a fare gli ordini e che siano orientati principalmente all’Ucraina. Li sollecito vivamente a piazzare gli ordini”. Breton ha spiegato che “da febbraio la capacità produttiva di munizioni dell’Unione europea è aumentata di quasi il 30%”, dicendosi fiducioso che i 27 saranno “in grado di adempiere agli obblighi nei confronti dell’Ucraina”.

Armi a Kiev, Borrel: “Gli Stati membri devono fare di più”

Gli ha fatto eco l’Alto rappresentante dell’Ue Josep Borrell, che ha esortato gli Stati membri a fare “di più e più rapidamente perché in guerra “il tempo si misura in vite umane“.

Il numero uno della diplomazia comunitaria ha spiegato che finora sono stati consegnati a Kiev circa “300mila pezzi” attinti alle scorte dei Paesi membri e recuperati da ordini preesistenti reindirizzati a favore di Kiev. “Ora dalle scorte degli eserciti è difficile ottenere di più, ora dipende dalla produzione e la produzione dipende dai contratti”, ha detto ieri dal Consiglio Ue dei ministri della Difesa. “È un’interazione tra l’industria e gli Stati membri“.

Secondo Borrell circa il 40% della produzione dell’industria europea della difesa viene esportata verso Paesi terzi.Quindi non c’è una mancanza di capacità produttiva”, ha confermato. “Chiediamo agli Stati membri di modificare le loro priorità di produzione per dare la precedenza all’Ucraina”.

Al netto della battuta d’arresto sull’assistenza militare, l’Alto rappresentante ha ribadito “l‘incrollabile sostegno dell’Ue all’Ucraina nella sua difesa dall’aggressione russa”, ricordando che dall’inizio del conflitto Bruxelles ha già speso 27 miliardi di euro in aiuti militari “e le consegne continuano”.

Volodymyr Zelensky, presidente Ucraina
Volodymyr Zelensky | Foto X @ZelenskyyUa

Il veto dell’Ungheria

In seno all’Unione europea c’è chi frena più di altri. È il caso dell’Ungheria, che continua a bloccare l’ottava tranche di aiuti militari per l’Ucraina. Budapest finora ha opposto il suo veto al via libera a causa dell’inclusione dell’istituto di credito magiaro Otp nella blacklist ucraina degli “sponsor internazionali della guerra”. Malgrado nei giorni scorsi Kiev abbia rimosso la banca dalla lista, il ministro degli Esteri ungherese Péter Szijjártó ha spiegato a margine del Consiglio Affari esteri che non è sufficiente in mancanza di garanzie da parte dell’Ucraina sulle aziende ungheresi.

Il governo di Viktor Orban, sodale del presidente russo Vladimir Putin, è scettico anche rispetto sull’adesione di Kiev all’Unione europea.Sull’Ucraina abbiamo bisogno di una riflessione”, ha detto il ministro ungherese per gli Affari Ue János Boka da Bruxelles.

Bruxelles propone nuovo pacchetto di sanzioni a Mosca

Coerentemente l’Ungheria si è opposta anche al nuovo pacchetto di sanzioni, il dodicesimo, contro la Russia presentato dalla Commissione al Consiglio Ue. La nuova tornata colpisce 120 tra individui ed entità – molti nel settore tecnologico, militare e della difesa – e introduce nuovi divieti di importazione ed esportazione, misure per inasprire il tetto del prezzo del petrolio e contrastare l’elusione delle sanzioni europee. Budapest ribadisce la linea del governo Orban: le sanzioni contro Mosca sono inutili e controproducenti. “Non solo non sono riuscite a indebolire la Russia o a portare la pace ma hanno anche danneggiato l’economia europea”, ha detto ministro degli Esteri magiaro.

Kiev spinge su aiuti militari e adesione all’Ue

Kiev però non molla la presa sugli alleati. Dal Consiglio dei ministri degli Esteri dell’Ue, il capo della diplomazia ucraina Dmytro Kuleba ha chiesto di aumentare gli aiuti militari a Kiev, di accelerare sull’avvio dei negoziati per l’adesione dell’Ucraina all’Unione europea e di approvare il nuovo pacchetto di sanzioni contro la Russia.

Soldati ucraini
Soldati ucraini | Foto X @ZelenskyyUa

Aiuti umanitari, l’Ue stanzia altri 110 milioni di euro

Sul fronte umanitario intanto la Commissione europea ha stanziato 110 milioni di euro in aiuti, inclusi 10 milioni di euro a sostegno dei rifugiati ucraini e delle comunità ospitanti in Moldavia. Il nuovo finanziamento, ha spiegato l’esecutivo comunitario, aiuterà i partner umanitari dell’Ue a fornire servizi essenziali come assistenza in denaro, cibo, acqua, alloggio, assistenza sanitaria, sostegno psicosociale e protezione. L’ultimo stanziamento porta il totale degli aiuti umanitari dell’Ue in Ucraina a 843 milioni di euro.

Usa, nella legge di Bilancio niente fondi per l’Ucraina

Oltreoceano la situazione non è migliore. Come lo scorso ottobre, la legge di bilancio federale proposta dal nuovo speaker repubblicano della Camera, Mike Johnson, non include i 106 miliardi di dollari chiesti dal presidente Joe Biden per finanziare gli aiuti militari all’Ucraina. Dopo l’approvazione alla Camera, il provvedimento, che evita lo shutdown per un altro paio di mesi, deve ricevere il via libera del Senato.

Il segretario di Stato Antony Blinken ha promesso il sostegno degli Stati Uniti all’Ucraina continuerà anche quest’inverno, quando si prevedono ancora attacchi russi alle infrastrutture essenziali. Il portavoce del Consiglio per la Sicurezza nazionale, John Kirby, dal canto suo ha avvertito che se il Congresso non approverà i fondi aggiuntivi chiesti dalla Casa Bianca, l’Ucraina sarà “in pericolo“.

Nato, Slovacchia: “Non daremo armi a Kiev”

Un altro no all’assistenza militare, già ampiamente annunciato, ieri è arrivato dalla Slovacchia. Come ribadito in campagna elettorale dal premier Robert Fico, il ministro della Difesa Robert Kaliniak ha ribadito che il nuovo governo slovacco non fornirà all’Ucraina le armi dei propri magazzini. Allo stesso tempo, Bratislava offre “assistenza umanitaria, civile e tecnica non letale”, ha detto al Segretario generale della Nato Jens Stoltenberg.

Colloquio tra Meloni e Zelensky

Oggi intanto Palazzo Chigi ha fatto sapere di un colloquio telefonico tra la premier Giorgia Meloni e il presidente ucraina Volodymyr Zelensky, dopo l’incontro di un mese fa a Granada a margine del vertice della Comunità politica europea. Meloni ha confermato “il sostegno a tutto campo del governo italiano alle autorità ucraine con l’obiettivo di raggiungere una pace giusta, duratura e complessiva“. Il leader ucraino da parte sua ha espresso “gratitudine a lei e all’Italia per il deciso sostegno” al Paese , ha scritto su X.

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