Coronavirus, Australia pronta a bloccare i viaggi: italiani preoccupati

I tanti italiani che vivono in Australia potrebbero essere costretti a un enorme sacrificio, quello di non poter rivedere il proprio Paese d’origine e i propri familiari dal vivo per tutto il 2021. È quanto emerge dalle dichiarazioni di Simon Birmingham, ministro del Turismo australiano. Le sue parole al Sydney Morning Herald confermano che chi vive in Australia potrebbe dover essere costretto ad evitare viaggi verso l’Europa e il Nord America per tutto il prossimo anno solare. O, almeno, fino a quando un vaccino non sarà disponibile su larga scala. Si tratta di una misura non ancora ufficiale ma “assai probabile”, come ha sottolineato il ministro. Una soluzione che fa tremare decine di migliaia di stranieri, italiani compresi, che vivono e lavorano Down Under.

Un approccio prudente per evitare una nuova ondata

Il governo australiano è vicino a prendere questa decisione a causa dei numeri in rialzo, per quel che riguarda contagi, ricoveri e vittime, in tutta Europa e per l’altissimo numero di persone colpite dal Covid-19 negli Stati Uniti.

L’approccio del premier Scott Morrison è improntato alla prudenza anche dopo il rialzo dei contagi dell’inverno australe (la nostra estate). Le cifre sono tornate sotto controllo solo nelle ultime settimane, grazie anche alla chiusura delle frontiere interne. Entro Natale, hanno fatto sapere fonti del governo, gli australiani potranno muoversi all’interno del Paese senza limitazioni: L’unica eccezione è rappresentata dalla Western Australia, lo stato federato con capitale Perth.

Le testimonianze degli italiani in Australia

Chiudere per oltre un anno i confini con l’Europa è una soluzione decisamente poco gradita agli europei stessi che vivono nella grande isola. Intervistata da SBS Italian, la food blogger Paola Bacchia si è detta più che preoccupata. “Mi fa male il cuore – ha detto -. Mi fido degli scienziati, ma credo che sia prematuro affermare che per i prossimi 15 mesi non potremo viaggiare”. Una posizione condivisa da Matteo Picardi, operatore che organizza tour in Toscana. “Da due mesi ho aperto una nuova attività nella ristorazione – ha spiegato -, ma per quanto riguarda il mio tour operator credo che ci saranno conseguenze a lungo termine”.

Chi non lavora nel settore turistico ha invece opinioni contrastanti. C’è chi si mette “il cuore in pace” e chi invece sostiene che il governo australiano non possa pensare di “chiudere tutto finché non saremo tutti vaccinati”. Posizioni dalle quali emerge, comunque, una comune preoccupazione per un virus che, a livello mondiale, è ancora ben lontano dal potersi definire sotto controllo.

Gli unici Paesi verso i quali si potrà viaggiare, se la decisione del governo australiano dovesse essere confermata, sono quelli considerati a basso rischio. In particolare, Nuova Zelanda, Singapore, Giappone, le isole del Pacifico. Confermata a livello di apertura agli stranieri, però, quella ai cittadini neozelandesi ma solo per quanto riguarda il New South Wales (lo stato con capitale Sydney) e il Northern Territory (capitale Darwin): solo loro potranno entrare in Australia senza doversi sottoporre al periodo di quarantena.

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