Pasticcio di Boris Johnson: prima evita quarantena, poi il dietrofront

Boris Johnson ci ricasca. Downing Street ha infatti annunciato che il premier inglese, entrato in contatto con il ministro della Salute, Sajid Javid, risultato positivo al Covid-19, non farà la quarantena di dieci giorni prevista dalla legge. Ma, al contrario, seguirà un programma pilota offerto dal Sistema sanitario nazionale. La notizia, riportata dai media britannici, ha subito generato uno tsunami di polemiche.

Tanto che, dopo poco, Johnson ha fatto marcia indietro e ha comunicato che andrà in isolamento nella residenza di Chequers. E che dunque non parteciperà al programma sperimentale dell’Nhs, il quale prevede la possibilità di continuare a lavorare in ufficio sottoponendosi però a dei test quotidiani. Programma al quale ha aderito anche il cancelliere dello Scacchiere, Rishi Sunak.

Boris Johnson sotto accusa per la quarantena

Una sorta di ‘privilegio’ che l’opposizione laburista ha fortemente criticato, accusando Boris Johnson di avvalersi di un “trattamento speciale ed esclusivo”. A differenza cioè dei molti lavoratori costretti a casa. La prima a tuonare è stata la numero due del Labour Party, Angela Rayner.

“Mi scuso per il linguaggio poco parlamentare, ma questa è proprio una presa per i fondelli – ha scritto su Twitter –. Non seguono le regole che loro stessi hanno creato e che si aspettano i miei elettori seguano. Questo governo tratta i cittadini dall’alto in basso, pensa di essere al di sopra della legge e che le regole non li riguardano”.

Programma pilota, le critiche del Labour Party

A seguire il parlamentare Darren Jones: “Ho dovuto cancellare la mia intera settimana di lavoro perché mi è stato detto di isolarmi fino a venerdì. Il programma di test quotidiani non mi è stato offerto, così come non è stato offerto a milioni di altri lavoratori bloccati a casa, immagino”.

L’ennesimo scivolone dell’inquilino di Downing Street è arrivato peraltro in un momento molto delicato per il Paese. Ossia alla vigilia delle riaperture, fissate per domani, nonostante l’impennata di contagi dovuti alla variante Delta. Eppure, Boris Johnson non è nuovo a certe gaffe, alcune anche piuttosto tetre.

Boris Johnson, le gaffe su pandemia e vaccini

Si pensi ad esempio all’iniziale sottovalutazione data dal suo Governo alla pandemia, decidendo di non adottare misure restrittive come in altri Paesi e puntando sull’immunità di gregge. Poi il dietrofront, con le prime chiusure (solo a fine marzo 2020) e il tragico discorso alla nazione: “Abituatevi a perdere i vostri cari”.

Oppure, a marzo 2021, la gaffe sul successo della campagna vaccinale in Gran Bretagna. Che, a detta di Johnson, “è dovuto al capitalismo, è dovuto all’avidità, amici miei”. Via con un’altra ondata di veleno e polemiche. Poi le scuse (“Mi dispiace di averlo detto”) e l’invito a “cancellare dalla memoria” quella battuta uscita male. E oggi la storia si ripete.

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