Come sta Bolsonaro? Le condizioni di salute del presidente del Brasile

Il presidente del Brasile, Jair Bolsonaro, è stato ricoverato in ospedale a Brasilia mercoledì 14 luglio per accertamenti a causa di un singhiozzo persistente iniziato una decina di giorni prima. Dopo alcuni esami, i medici hanno deciso di trasferirlo in un ospedale di San Paolo per eseguire ulteriori verifiche sulla sua salute, avendo riscontrato una sospetta occlusione intestinale.

I medici che lo hanno visitato nelle ultime ore hanno ritenuto opportuno un trasferimento a San Paolo. A seconda dell’esito di alcuni accertamenti potrebbero decidere di operare nuovamente Bolsonaro all’intestino. Il figlio del presidente, Flavio Bolsonaro, ha affermato in un’intervista che suo padre aveva difficoltà a parlare ed era molto debilitato. Ma ha comunque detto che un eventuale intervento non dovrebbe essere invasivo. Bolsonaro ha pubblicato poi una fotografia su Twitter dal proprio letto di ospedale, dicendo di volere “tornare presto, a Dio piacendo”.

I precedenti problemi di salute di Bolsonaro

La salute di Bolsonaro negli ultimi anni è stata spesso al centro dell’attenzione dei media e dei brasiliani. Nel 2018, durante la campagna elettorale che lo avrebbe portato a diventare presidente, era stato ferito con una coltellata all’addome da un oppositore. La ferita aveva causato una forte emorragia e reso necessari vari interventi chirurgici per rimuovere la parte lesionata dell’intestino.

Lo scorso anno Bolsonaro si era inveceammalato di Covid-19, dopo avere sostenuto per lungo tempo che la pandemia da Coronavirus fosse un falso problema e senza adottare politiche nazionali incisive per ridurre il rischio di nuovi contagi. Il presidente del Brasile ricevette infatti forti critiche anche per la gestione della campagna vaccinale, partita con ritardi e inefficienze.

Lo scorso 7 luglio, nel corso di un’intervista, Jair Bolsonaro si era scusato con chi lo stesse ascoltando “perché ho il singhiozzo da cinque giorni. All’epoca aveva ipotizzato che la causa potessero essere alcuni farmaci che gli erano stati prescritti dopo una visita dal dentista, aggiungendo di avere avuto il singhiozzo “per 24 ore al giorno”. Nei giorni seguenti aveva fatto ulteriori allusioni alla sua condizione.

Il singhiozzo cronico: la storia da ‘record’ di Charles Osborne

La letteratura scientifica sul singhiozzo non è molto estesa, proprio perché in linea di massima il problema è innocuo e dura poco tempo. Un singhiozzo cronico può essere talvolta il segnale di un problema di salute di altro tipo, comprese patologie a carico del sistema gastrointestinale. Per questo le forme persistenti non devono essere trascurate rispetto a quelle transitorie. In rarissimi casi non è possibile ricondurre un singhiozzo cronico a una causa specifica, rendendo più difficile il ricorso a terapie efficaci per tenerlo sotto controllo.

Nella storia medica del singhiozzo è diventato piuttosto famoso il caso di Charles Osborne. Nel 1922 fece uno sforzo per sollevare un maiale da macellare e gli venne il singhiozzo con il quale dovette convivere per 68 anni. Nessuno fu in grado di trovare un rimedio al suo problema. Nei primi decenni visse con circa 40 spasmi (singulti) al minuto, poi diminuiti a una ventina negli ultimi anni di vita. Il singhiozzo scomparve da solo nel 1990, dando qualche mese di tregua a Osborne prima della sua morte. Secondo il Guinness World Records, Charles Osborne è la persona ad avere vissuto più a lungo col singhiozzo, con un totale stimato di 430 milioni di singulti.

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